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16 Marzo 2024 - 08:46
Patto tra la camorra di Miano e quella di Secondigliano, la Procura non perde tempo e, depositata la richiesta di giudizio immediato, ottiene il processo per i presunti boss e killer ritenuti responsabili degli omicidi di Angelo De Caro, reggente dell’omonimo gruppo e cutoliano della prima ora, e di Pasquale Bevilacqua. Rischiano così una nuova stangata i ras Giuseppe Lo Russo, ultimo dei “Capitoni” a non essersi pentito, Vincenzo Licciardi “’o chiatt”, Gaetano Bocchetti “nanuzz” e Carmine Costagliola, alias “Provolino”. Tutti saranno processati con la formula del rito abbreviato, puntando così a uno non trascurabile sconto di pena in caso di condanna. Nel corso dell’udienza il collegio difensivo (avvocati Antonio Abet, Domenico Dello Iacono, Antonio Cardillo, Mauro Valentino e Giuseppe Biondi) aveva eccepito la nullità del decreto di giudizio immediato, all’interno del quale non sarebbe state riportate alcune dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Secondo i legali dei quattro imputati l’indagine non sarebbe stata inoltre riaperta con la giusta tempestività. La prima richiesta di archiviazione risaliva infatti al lontano 2002 e l’inchiesta sui due delitti è stata riaperta il 29 aprile 2023, due giorni dopo il nuovo interrogatorio sul punto dell’ex boss e killer Carlo Lo Russo. La difesa ha quindi sostenuto che la procura disponesse già da prima di quel giorno degli elementi necessari a riaprire il fascicolo. Il gip è stato però di tutt’altro avviso, rigettando l’istanza. Il processo inizierà il prossimo 19 aprile. Lo Russo è gravemente indiziato di entrambi gli omicidi, Licciardi e Bocchetti di quello di Bevilacqua, mentre Costagliola dell’assassinio di De Caro. Giuseppe Lo Russo, unico dei fratelli ras a non essersi mai pentito, è ormai considerato l’unico esponente della vecchia camorra di Miano. Licciardi è la figura di vertice dell’omonimo clan egemone a Secondigliano e con base nella Masseria Cardone. Bocchetti, ras del gruppo Sacco-Bocchetti, egemone nel rione Don Guanella, è detenuto dal 24 settembre 1998. Costagliola era legato ai Lo Russo, federati con i Licciardi e i SaccoBocchetti nell’Alleanza di Secondigliano. Per l’assassinio di Angelo De Caro, ammazzato a colpi di pistola il 6 giugno 1990, sono accusati, oltre a Lo Russo, ritenuto l’organizzatore, e a Ettore Sabatino, autoaccusatosi come esecutore, anche Costagliola “Provolino” e i defunti boss Gennaro Sacco e Gennaro Licciardi. De Caro fu ucciso mentre era a letto in casa della compagna Carmela Costagliola e i killer sarebbero entrati grazie al contributo di “provolino”, che avrebbe fatto da ariete. Sacco si sarebbe occupato del recupero del killer Sabatino. Gennaro Licciardi sarebbe stato invece il mandante, in quanto avrebbe chiesto a Lo Russo di mettere la parola fine ai contrasti che erano nati tra il clan della Masseria e il gruppo De Caro. Dell’omicidio Bevilaqua, ucciso per un’epurazione interna al clan dei “Capitoni”, rispondono oltre Giuseppe Lo Russo, anche Vincenzo Licciardi e Gaetano Bocchetti.
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