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23 Marzo 2024 - 08:09
Raffica di scippi all’estero, le paranze contavano sull’aiuto di una donna insospettabile. La specialista della Maddalena riusciva a sottrarsi ai controlli, facendo entrare così i preziosi orologi in Italia
NAPOLI. A volto scoperto tra la folla, immortalati dalle telecamere di sorveglianza delle città della Spagna, Francia, Germania e Austria. Non pensavano di essere identificati all’estero i rapinarolex finiti nel mirino di un’operazione di intelligence europea, culminata negli ultimi otto arresti di napoletani. E invece gli investigatori del posto hanno chiesto aiuto ai poliziotti della squadra mobile della questura di Napoli, che uno alla volta hanno dato un nome a tutte le facce fotografate e filmate in piena azione. Un lavoro, quello degli specialisti della sezione “antirapina” con base in via Medina, che ha portato complessivamente a ben 25 ordinanze di custodia cautelare. Ciò che più inorgoglisce le varie polizie è la perfetta sinergia creatasi, con lo scambio costante di informazioni a partire dal modus operandi degli autori dei colpi: simile, se non addirittura identico nella maggior parte dei casi.
Ad agire erano tre “paranze”, tutte con base a Napoli centro (in particolare Quartieri Spagnoli, Sanità e Decumani), i cui componenti partivano in aereo una settimana prima per tornare a casa qualche giorno dopo. Ma il bottino, orologi di lusso e altri oggetti, non rimaneva nelle loro mani: veniva affidato a una donna insospettabile che non è stata mai controllata minuziosamente all’imbarco. D’altro canto il metal detector non suona in casi né il bagaglio risulta particolarmente sospetto. Evitare perquisizioni è anche questione di fortuna. Le città prese di mira dai rapinatori sono quasi tutte le capitali europee, in particolare Parigi, e poi le Baleari in Spagna, Monaco di Baviera e Vienna. In manette sono finiti Enrico Moglie (Quartieri); Gennaro Ioia (Sanità); Andrea Porcino (Orefici); Michelangelo Morra (Decumani); Marco Fischetti (Quartieri); Sara Marino (Maddalena), Salvatore Di Napoli (Quartieri) e Salvatore Ruffo (Quartieri, preso in Spagna). Va sottolineato che Di Napoli, grazie alla strategia difensiva dell’avvocato Luigi Poziello, è già stato scarcerato. Stessa sorte per Morra, difeso dall’avvocato Rocco Maria Spina.
Dopo il colpo il rapinatore affidava gli orologi, tutti costosi (Rolex, Richard Mille e Patek Philippe), alla cosiddetta “mula”, una donna insospettabile con il compito di trasportare il bottino in Italia. Dalle indagini è emerso (ferma restando per gli indagati la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva) che le “paranze” erano composte mediamente da tre o cinque membri. La vittima con al polso un orologio costoso era individuata in ristoranti o alberghi di lusso e poi pedinata: quando si presentava il momento propizio, i rapinatori entravano in azione aggredendola, strappandole l’orologio, spesso procurandole anche lesioni, per poi di fuggire a tutto gas con veloci moto. «L’aumento quasi esponenziale del prezzo degli orologi di lusso”, si legge in un comunicato stampa, “ha incentivato gli indagati a commettere un numero sempre maggiore di rapine. Alcuni orologi hanno infatti un prezzo di mercato superiore addirittura al listino».
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