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Pizzo a tappeto ai negozianti, scacco agli eredi dei Moccia

Pizzo a tappeto ai negozianti, scacco agli eredi dei Moccia

Azzerato l’emergente gruppo Nobile, in manette quattro ras del racket. La svolta dopo le denunce: «Ora ci siamo noi, devi pagare tre volte l’anno»

NAPOLI. Un miniclan pronto a tutto per assumere il controllo del territorio e degli affari criminali nell’hinterland nord di Napoli. Pur rimanendo sotto l’ala protettiva degli storici Moccia, la paranza capeggiata da Pasquale Nobile aveva tutta l’intenzione di farsi largo nella zona, soprattutto dopo la recente decapitazione del gruppo capeggiato dall’emergente ras Giuseppe Sasso. Il commando non sembra però aver fatto molto strada, come dimostra l’operazione messa a segno dalla polizia, che in un colpo solo ha eseguito quattro arresti per racket. Quattro arresti per estorsioni a due commercianti di Afragola e tra loro anche un 18enne minorenne all’epoca dei fatti.

Una prima ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, è stata eseguita dalla Squadra mobile di Napoli e dagli agenti del commissariato di Afragola nei confronti di tre persone ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di tentata estorsione aggravata dal cosiddetto metodo mafioso: manette ai polsi dunque per Pasquale Nobile, 23 anni; Bruno Bottone, 28 anni; e Luciano Santoro, 30 anni. Per loro il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, ad agosto e dicembre dello scorso anno gli indagati avrebbero posto in essere una serie di minacce nei confronti dei titolari di due esercizi commerciali di Afragola, un negozio di giocattoli e un punto vendita di surgelati, ai quali avrebbero richiesto il pagamento di somme di denaro per consentire loro il prosieguo dell’attività, intimidendoli con la loro appartenenza al clan Moccia attivo nella zona di Afragola. Per lo stesso episodio è stata eseguita un’ordinanza, emessa dal gip del tribunale per i Minorenni di Napoli su richiesta della procura per i Minorenni, che dispone il collocamento in istituto di pena minorile per un 18enne minore all’epoca dei fatti.

A quest’ultimo è stato contestato un'ulteriore estorsione commessa il 31 dicembre scorso, sempre in danno di esercenti di Afragola. Anche in questa circostanza è stata contestata l’aggravante del metodo mafioso. Assistiti dagli avvocati Dario Carmine Procentese e Antonio Girfoglio, giovedì mattina i tre maggiorenni sono stati sottoposti all’interrogatorio di garanzia: tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere al giudice. Il primo episodio, che vede come protagonisti Nobile e Santoro, si sarebbe verificato ad agosto quando, nell’arco di due giorni, si sarebbero presentati nei punti vendita intimando la consegna del denaro. «Devi pagare come tutti i commercianti di Afragola tre volte l’anno perché da ora stiamo gestendo le cose noi ad Afragola. Mille euro alla volta». Più esplicita la minaccia rivolta da Bottone alle vittime a dicembre quando presentandosi a nome di “zio Antonio” alias Antonio Nobile “’o panzarottaro” avrebbe ordinato la consegna del denaro «per stare tranquilli». Minacce che hanno, invece innescato la loro reazione delle vittime spingendole a denunciare i loro aguzzini.

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