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27 Marzo 2024 - 09:00
Salvo “’o canotto”: nei pizzini dal carcere non c’erano gli ordini agli affiliati. Mazzata per narcos e gregari: 11 condanne per quasi 100 anni di reclusione
NAPOLI. Fiumi di droga e tangenti sulle piazze di spaccio del Vesuviano, l’organizzazione criminale capeggiata dal ras Bruno Mascitelli “’o canotto” incassa undici condanne, per un totale di cento anni di carcere, ma proprio il presunto capo della holding ha ottenuto un’insperata assoluzione. La difesa del capoclan di Pomigliano d’Arco, rappresentata dagli avvocati Roberto Saccomanno e Andrea Fabozzo, ha infatti dimostrato che il proprio assistito, all’epoca dei fatti già detenuto, aveva, sì, mandato dei pizzini verso l’esterno, ma il contenuto di quei messaggi non sarebbe stato in grado di dimostrare che il ras continuasse a tenere le redini della cosca. Stessa linea difensiva anche per le intercettazioni che sembravano tirare in ballo Mascitelli: nessuna di quelle registrazioni ha infatti consentito al giudice del rito abbreviato di accertare la perdurante condotta criminale del “canotto”.
Al netto delle assoluzioni rimediate da Bruno Mascitelli e Gianluca Granata, con formula piena per non aver commesso il fatto, il verdetto del gip Rossetti è stato tutt’altro che soft. Queste nel dettaglio le condanne inflitte agli undici coimputati: Luigi Buccino, 6 anni e 10 mesi; Danilo Ciccarelli, 7 anni e 2 mesi; Francesco Cipolletta, 8 anni e 2 mesi; Salvatore Cipolletta, 17 anni; Antonio Conte, 10 anni e 2 mesi; Vincenzo Dello Iacono, 7 anni e 2 mesi; Gennaro De Santis, 6 anni e 10 mesi; Marco Tullio Mazzucca, 7 anni e 2 mesi; Michele Nacca, 13 anni e 10 mesi; Teresa Ricciardi, 5 anni e 2 mesi; e Giancarlo Viola, 6 anni e 10 mesi. Gli imputati erano a vario titolo accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, oltre che di una lunga serie di episodi di spaccio: reati che sarebbero stati commessi tra la primavera e l’inverno del 2015.
Nel caso di Bruno Mascitelli l’impianti accusatorio non ha però retto. Il ras del Vesuviano, vale la pena ricordarlo, è però coinvolto anche in altri delicati procedimenti giudiziari, per alcuni dei quali è già stato anche condannato. L’ultima retata poco più di un paio di anni fa. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Bruno Mascitelli, detto “’o canotto”, contava su diverse persone per gestire le piazze di spaccio che, tra l’ottobre 2016 ed il dicembre 2017, erano particolarmente “floride” nel quartiere orientale di Ponticelli e a Pomigliano d’Arco, in particolar modo nei quartieri popolari Iacp. Mascitelli, che ne sarebbe stato dunque l’esponente di spicco, avrebbe quindi gestito le zone attraverso i propri luogotenenti, gestendone anche i singoli ruoli: pusher, gestori, affiliati, promotori e gli “addetti” al recupero dei crediti. In manette erano così finite ventuno persone, tra cui lo stesso Mascitelli. L’inchiesta che ha però fatto luce sul periodo subito precedente quella fase non ha però dato i suoi frutti. Il ras di Pomigliano, nonostante le intercettazioni e i bigliettini che sembravano inchiodarlo alle proprie responsabilità, è così riuscito a ottenere un’importante assoluzione. Niente da fare, invece, per i fedelissimi e i gregari della holding.
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