Tutte le novità
28 Marzo 2024 - 08:00
NAPOLI. La banda dei rom, con un appoggio italiano per la ricettazione, si muoveva nelle province di Napoli e Caserta a caccia di autovetture da alleggerire, rubando tutto ciò che di remunerativo era all’interno. In nove, tutti maggiorenni con il capo quasi 40enne, erano finiti nel mirino degli investigatori dopo la morte del poliziotto-eroe Pasquale Apicella e da ieri si trovano nel carcere di Poggioreale su ordinanza di custodia cautelare. Per il decimo indagato, Angelo Loica, il gip ha disposto soltanto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria non avendo partecipato ai furti. L’inchiesta ha anche cristallizzato un collegamento con i romeni arrestati e condannati per aver provocato la tragica fine dell’agente, il 27 aprile 2000. A condurre la difficile indagine sono stati i poliziotti della sezione “Criminalità stranieri” della Squadra mobile di Napoli (dirigente Giovanni Leuci, vice questori Serpico e Fusco), coordinati dalla procura ordinaria che ha chiesto e ottenuto le misure cautelari per Niko Adzonic e i compagni di merenda. Con gli investigatori di via Medina hanno lavorato fianco a fianco i colleghi della pg della Stradale e in particolare si è rivelata decisiva l’attività di due ispettori (uno alla Mobile e l’altro alla Polstrada), profondi conoscitori del mondo della criminalità rom. Ai provvedimenti restrittivi si è giunti in seguito delle indagini scaturite dall’arresto, il 27 aprile 2020, di 4 uomini di etnia rom ritenuti responsabili della morte dell’agente scelto Pasquale Apicella, deceduto a bordo dell’auto di servizio per il violento impatto con una macchina di provenienza illecita lanciata a tutta velocità dal conducente per poter fuggire. Il gruppetto fu bloccato in nottata e dalle telecamere di sorveglianza emerse che aveva compiuto un furto poco prima che la Volante del commissariato Secondigliano li intercettasse. Grazie allo sviluppo delle indagini, esperite dai poliziotti della Squadra Mobile di Napoli e del Compartimento della Polizia Stradale per la Campania e la Basilica, è stata ricostruita l’esistenza e l’operatività di un sodalizio criminoso, composto prevalentemente da uomini di etnia rom residenti nel campo nomadi “Ponte Riccio” in località “Asi” a Giugliano in Campania, dedito per lo più alla consumazione di furti commessi su autovetture in sosta presso centri commerciali e stazioni di servizio nelle province di Napoli e Caserta. Dalle indagini è emersa una rigida ripartizione dei ruoli tra i membri dell’organizzazione: nello specifico, oltre a coloro che compivano materialmente i furti, c’erano altri sodali incaricati di effettuare i sopralluoghi nelle zone individuate, altri dediti al reperimento dei veicoli da utilizzare in occasione delle azioni criminose, nonché al potenziamento dei relativi motori; altri ancora che si occupavano delle attività di ricettazione successive. Tutti gli indagati devono essere ritenuti in nocenti fino all’eventuale condanna definitiva. Il provvedimento eseguito è una misura precautelare, disposta in sede di indagini preliminari.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo