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Luigi Moccia assolto: cancellata condanna a 20 anni

Luigi Moccia assolto: cancellata condanna a 20 anni

AFRAGOLA. Assolto (per non aver commesso il fatto) dai giudici della Quinta sezione della Corte d’Appello di Napoli Luigi Moccia (nella foto), ritenuto capo dell’omonimo clan di camorra. Nel corso del processo iniziato nel 2018, a seguito di una “retata” che portò in cella una cinquantina di personaggi della mala afragolese Luigi Moccia si era sempre dichiarato estraneo ai fatti contestati. Alcune settimane fa, Antonio Moccia, difeso dagli avvocati Saverio Senese e Salvatore Pettirossi, venne assolto dai giudici della 3ª Sezione della Corte di Appello per l’identica accusa.

Nel corso del giudizio di primo grado, Luigi Moccia, ritenuto capo dell’omonimo clan di camorra, venne condannato a venti anni di carcere per associazione mafiosa dal Tribunale di Napoli. Ridotta a 10 anni la condanna per Antonio Franzese, che in primo grado era stato condannato a 15 anni di reclusione. Per Filippo Iazzetta (cognato dei Moccia) e Francesco Favella alias “’O ceccio”, ritenuto un colonnello dei Moccia, confermata la condanna a 4 anni di reclusione. Dichiarato inammissibile il ricorso della Dda contro le assoluzioni di Teresa Moccia (sorella di Antonio e Luigi Moccia), Pasquale Puzio e Domenico Liberto.

L’accusa per tutti era di partecipazione al clan Moccia dal 2010 al 2013. Gli odierni imputati erano difesi dagli avvocati Saverio Senese, Salvatore Pettirossi, Gennaro Lepre, Dario Carmine Procentese, Claudio Davino, Nicola Quatrano, Mauro Dezio e Antonietta Genovino. I difensori hanno dovuto studiare 375mila pagine d’informativa. Presenti nel processo 33 collaboratori di giustizia. L’indagine era basata su intercettazioni ambientali captate nelle abitazioni di Modestino Pellino (deceduto in seguito ad un agguato di camorra), Angelino Giuseppe (alias “Pepp ’o Lupo”) e Gennaro Tuccillo, alias “Zi Sant, un colonnello dei Moccia, successivamente deceduto per morte naturale.

A firmare la pesante ordinanza cautelare fu il giudice delle indagini preliminari Tommaso Perrella. Nella stessa indagine, comparivano personaggi del malaffare caivanese e quelli di Casoria. Tra questi spiccavano i nomi di Antonio Ciccarelli alias “Tonino ’a Munnezza” di Caivano, per anni padrone delle piazze di spaccio del Parco Verde di Caivano, Mauro Bencivenga alias “Maurino” di Casoria, Marcello Di Domenico (già collaboratore di giustizia), pro-console dei Moccia nell’area nolana, Sabato Felli, Raffaele Nobile “’O Panzaruttaro”, presunto ras del rione “Salicelle” di Afragola, Michele Puzio (divenuto poi collaboratore di Giustizia) e finanche Salvatore Caputo, Anna Capone e Antonio Cennamo alias “Tanuccio ’o Malomm”. Insomma il gotha del malaffare afragolese, caivanese e crispanese, tutti al servizio dei Moccia nel loro regno.

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