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03 Aprile 2024 - 09:18
Continuano a diminuire le partite Iva. Napoli perde il 2,7 della forza lavoro
NAPOLI. Secondo gli ultimi dati resi disponibili dall'Inps, nel 2022 si contavano 1.542.2991 artigiani, per cui si potrebbe affermare in base a un'analisi dell'Ufficio studi della Cgia che non solo i giovani sono sempre meno interessati a lavorare in questo settore, ma anche chi ha esercitato la professione per tanti anni e non ha ancora maturato i requisiti per andare in pensione, spesso preferisce chiudere la partite Iva e continuare a rimanere nel mercato del lavoro come dipendente che, rispetto a un artigiano, ha sicuramente meno preoccupazioni e più sicurezze. «Girando per le nostre città» Napoli in primis e i paesi della provincia «sono ormai in via di estinzione tantissime attività artigianali. Insomma, non solo diminuisce il numero degli artigiani, ma anche il paesaggio urbano sta cambiando volto. Sono ormai ridotte al lumicino le botteghe artigiane che ospitano calzolai, corniciai, fabbri, falegnami, fotografi, lavasecco, orologiai, pellettieri, riparatori di elettrodomestici e Tv, sarti, tappezzieri», commentano gli analisti della Cgia, per i quali si tratta di «attività, nella stragrande maggioranza dei casi a conduzione familiare».
Al contrario, i settori artigiani che stanno vivendo una fase di espansione sono quelli del benessere e dell'informatica: nel primo caso, si continua a registrare un costante aumento degli acconciatori, degli estetisti e dei tatuatori; nel secondo, invece, sono in decisa espansione i sistemisti, gli addetti al web marketing, i video maker e gli esperti in social media. L'aumento di queste attività, tuttavia, è insufficiente a compensare il numero delle chiusure presenti nell'artigianato storico. Le cause di questo “crollo”, secondo la Cgia, sono il forte aumento dell'età media, provocato in particolar modo da un insufficiente ricambio generazionale, la feroce concorrenza esercitata dalla grande d istribuzione e in questi ultimi anni anche dal commercio elettronico, il boom del costo degli affitti e delle tasse nazionali/locali. I consumatori, inoltre, hanno cambiato il modo di fare gli acquisti.
Da qualche decennio hanno sposato la cultura dell'usa e getta, preferiscono il prodotto fatto in serie e consegnato a domicilio. Nonostante la crisi e i problemi generali dell'artigianato, non sono pochi gli imprenditori di questo settore che da tempo segnalano la difficoltà a trovare personale disposto ad avvicinarsi a questo mondo. Più in generale, comunque, l'artigiano di domani sarà colui che vincerà la sfida della tecnologia per rilanciare anche i vecchi saperi. Nell'ultimo decennio conclude lo studio sono state Vercelli e Teramo le province che, entrambe con il -27,2%, hanno registrato la variazione negativa più elevata d'Italia. Seguono Lucca con il -27%, Rovigo con il 26,3% e Massa-Carrara con il -25,3%. Le realtà che, invece, hanno subito le flessioni più contenute sono state Trieste con il -3,2, Napoli con il -2,7 e, infine, Bolzano con il -2,3%.
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