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03 Aprile 2024 - 09:46
Due agguati hanno acceso lo scontro tra le cosche ancora attive a Barra. Riflettori puntati sui babyras degli Aprea-Valda e dei Cuccaro-Ronza
NAPOLI. L’origine della scissione tra gli storici alleati di Barra, Aprea e Cuccaro, starebbe nei contrasti sorti tra le giovani leve dei due clan, subentrate ai ras di maggiore età ed esperienza. Nell’ordinanza che ha colpito il gruppo Valda si può leggere la dettagliata ricostruzione degli inquirenti della Dda, sulla base delle indagini condotte dai poliziotti della Squadra mobile della questura, sul susseguirsi degli episodi attribuiti agli uni e agli altri che hanno provocato la rottura.
A cominciare dall’agguato fallito a Salvatore Borriello e dal ferimento di Daniele Di Liberti. Per entrambi gli episodi (il 17 aprile 2021 e il 22 luglio 2022) sono stati arrestati i presunti responsabili, legati agli Aprea e ai Valda. Infatti le vittime erano considerate vicine ai CuccaroRonza. Non è finita. La contrapposizione tra i due clan con i rispettivi alleati, tutti con base a Barra, ha originato altre azioni di fuoco, reciproche. La procura antimafia, nel provvedimento restrittivo nei confronti di esponenti del gruppo Valda, testualmente fa riferimento al “tentato omicidio di Gaetano Cervone, suocero di Vincenzo Relli, esponente del clan Aprea”, e al “tentato omicidio di Francesco Acampa, legato a Ciro Antonio Ronza, a sua volta esponente della famiglia Cuccaro”.
Poi, a dimostrare ulteriormente la nuova stagione di tensione vissuta nel quartiere orientale di Napoli, ci sono le numerose “stese” e i sequestri di armi. Facendo un salto indietro nel tempo, per gli inquirenti e gli investigatori della Mobile della questura di Napoli il clan Aprea-Cuccaro (quand’era ancora unito) sostituiva abitualmente i ras detenuti con gli affiliati in libertà in grado di ricevere direttive dalle carceri in cui erano ristretti i congiunti. Così, nella ricostruzione della Dda a storica cosca di Barra sarebbe stata retta da Gennaro Aprea “o’ nonno” e successivamente da Angelo Cuccaro del 1989, da Antonio Acanfora (storico capoclan tornato in libertà nel 2018) e da Luigi Aprea, figlio del ras Ciro.
Ma i contrasti interni hanno provocato una fibrillazione negli ambienti di malavita che ha avuto il clou nell’agguato a Salvatore Borriello in cui rimase ferita una 23enne estranea a contesti fuorilegge che passeggiava tranquillamente con il fidanzato. Per quella clamorosa sparatoria furono arrestati 4 rampolli della famiglia Aprea (non tutti con lo stesso cognome), per cui il clan si indebolì e a quel punto per rafforzarlo fu sancita l’alleanza con i Valda, i cui figli di Ciro Valda “macchiulella” (ucciso da uno dei Cuccaro 15 anni fa) non avevano mai dimenticato quella tragedia familiare e si sono schierati contro i “Cuccariello”.
Emblematica è un’intercettazione in cui Luigi Valda (fratello più grande di Francesco Pio, presunto assassino di Francesco Pio Maimone) invitava con decisione un suo amico di non frequentare i Ronza, alleati dei Cuccaro. Ora la situazione, secondo chi monitora il territorio di Barra, è statica. C’è tregua, ma nessuno sa o si spinge a ipotizzare fino a quando possa durare. Gli arresti comunque, rappresentano un freno importante.
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