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05 Aprile 2024 - 08:57
Il secondo attacco camorristico a Fuorigrotta, in poco più di un mese dopo quello dell’1 marzo in via delle Scuole Pie, e anche in questo caso il bersaglio è stato mancato. Ma stavolta c’è andata di mezzo un’innocente, colpita a una gamba da un proiettile vagante. Era con la nipotina nelle giostrine di piazza Italia, così come altre donne e uomini con bambini che giocavano. In un attimo la 49enne del luogo, incensurata, ha sentito un bruciore a sinistra e si è accasciata tra il terrore generale e il fuggi-fuggi. Poi i malviventi, in sei su tre motociclette, si sono allontanati dando gas ai mezzi e sono scattati i soccorsi. Una delle piste battute conduce a un agguato a un esponente dei Troncone, il più forte nella zona, mentre c’è qualche dubbio tra gli investigatori su quale clan lo abbia compiuto: Esposito-Iadonisi (Bagnoli-Loggetta) o Sorianiello (rione Traiano). Mentre l’ipotesi di un coinvolgimento dei Volpe-Baratto non convincerebbe, almeno finora. Erano le 19 e 30 di ieri quando è scattato l’allarme rosso a piazza Italia, ma la terribile serata di Fuorigrotta avrebbe avuto un seguito in via Rossetti con l’aggressione a un 36enne ritenuto vicino ai Troncone. Qualcuno l’avrebbe colpito con il calcio dei una pistola, evidentemente non per ucciderlo, ma in maniera leggera e comunque non tale da aver bisogno di cure mediche ospedaliere. Tra i due episodi ci sarebbe un collegamento, ma non è chiaro se ad agire siano state le stesse persone. La 49enne ferita, estranea a ogni contesto malavitoso, è stata soccorsa e trasportata d’urgenza all’ospedale San Paolo, dove i medici di turno l’hanno operata giudicandola guaribile in 30 giorni e ricoverandola in chirurgia. Non avrebbe fornito alla polizia indicazioni utili, anche perché in quel momento stava guardando la bambina che giocava con altri piccoli. I sicari in moto avevano individuato il bersaglio, la cui presenza forse era stata segnalata da uno “specchiettista”, che però è riuscito a fuggire in tempo. Nell’inseguimento ad uno dei malviventi è caduto un casco “jet” nero, recupero dagli esperti della “Scientifica”. Le indagini sono condotte dai poliziotti della Squadra mobile della questura (guidati dal dirigente Giovanni Leuci), con il coordinamento della Dda. Sono al vaglio le immagini della videosorveglianza mentre saranno ascoltati tutti i potenziali testimoni identificati finora. Dai primi accertamenti emergono alcune analogie con l’agguato fallito l’1 marzo scorso. Quella sera la sparatoria avvenne all’incrocio tra via Jacopo De Gennaro e via delle Scuole Pie, dove gli investigatori trovarono anche in quel caso un casco a pezzi modello “jet”, caduto a uno dei pistoleri o alla vittima, forse anch’essa in moto. Non sarebbe comunque emerse tracce di Dna che potrebbero condurre al mancato assassino, ammesso che sia censito nella banda dati in possesso delle forze dell’ordine. A dimostrazione della tensione in atto a Fuorigrotta, il 13 marzo sono state trovate due pistole e numerose munizioni in uno scantinato.
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