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06 Aprile 2024 - 09:08
Ciro “’o russo” è il fratello del ras Andrea “’o minorenne”: è irreperibile. È ricercato per una condanna definitiva, ma è l'unico ras storico che non è detenuto
NAPOLI. La primula rossa di Barra è Ciro Andolfi, cognato dei Cuccaro nonché fratello del più noto Andrea “’o minorenne”. Cosicché “’a loffa” o “’o russo”, come è soprannominato il 47enne esponente di spicco del clan, è l’unico ras storico del quartiere in libertà, sia pur limitato negli spostamenti alla luce del sole in quanto latitante. Infatti pende sempre sulla sua testa un ordine di carcerazione susseguente a una condanna definitiva per il quale deve scontare diversi anni di reclusione.
L’irreperibilità di Ciro Andolfi, e quindi l’assenza del territorio, si aggiunge alla detenzione di tutti i boss di una certa età ed esperienza del quartiere Barra, sia sul fronte dei Cuccaro che degli Aprea. Motivo per cui, secondo l’analisi della Procura antimafia, i due gruppi storicamente alleati sono stati retti negli ultimi anni da congiunti o affiliati più giovani secondo il tradizionale salto generazionale. I quali, e il gip che ha emesso l’ordinanza che ha colpito il gruppo Valda lo ha messo nero su bianco, sono entrati in contrasto tra loro dando vita a una faida con agguati, ferimenti, bombe e “stese”. Tornando a Ciro Andolfi, nel 2019 fu scarcerato per fine pena e sottoposto alla libertà vigilata con firma, non quotidiana, presso il commissariato San Giovanni-Barra: nulla in confronto alla detenzione ininterrotta che aveva sofferto per quasi 10 anni.
Ma dietro il ritorno a casa dell’allora 42enne soprannominato “’o russo”, fratello del più conosciuto Andrea “o’ minorenne” e cognato dei “Cuccarielli” avendo sposato una Cuccaro, c’è stata una precisa ed efficace strategia difensiva degli avvocati difensori, i quali riuscirono a dimostrare la continuazione tra i due reati a carico del pregiudicato: estorsione ed associazione mafiosa, con il primo che ha assorbito il secondo. Con il risultato che i 15 anni di condanna complessiva sono diventati otto e così si aprirono in uscita le porte dell’istituto penitenziario.
Ciro Andolfi finì nei guai con la giustizia nel 2007 ed era già un personaggio di primo piano nello scacchiere malavitosi di Barra, dove le famiglie Andolfi, Cuccaro e Aprea in quegli anni erano all’apice della potenza camorristica. Ma un’inchiesta della Dda, su indagini dei poliziotti della squadra mobile della questura e del commissariato San Giovanni-Barra, colpì duramente l’asse malavitoso ed emerse una maxi estorsione a imprenditori impegnati nella realizzazione del mega centro commerciale Auchan a Ponticelli. Il “pizzo” fu chiesto quando lo store non aveva ancora aperto i battenti, anche se l’opera era in dirittura d’arrivo.
Tra essi, secondo l’accusa aveva un ruolo di primo piano anche uno dei fratelli capeggiati dal boss detenuto Giovanni “ponta ’e curtiello”. A mettere nei guai il gruppo di malavita fu l'incrocio tra gli accertamento egli investigatori di via Medina e la denuncia di un costruttore taglieggiato. Attualmente la situazione a Barra non è molta diversa: anche se resiste la tregua tra gli ApreaValda e i Cuccaro-Ronza, non significa che la criminalità organizzata abbia chiuso i battenti.
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