Tutte le novità
09 Aprile 2024 - 08:33
NAPOLI. Faida tra il clan più potente di Secondigliano e i SaccoBocchetti, nuova stangata per il ras Marco Di Lauro. “F4”, quartogenito del capoclan Paolo Di Lauro, ieri pomeriggio è stato condannato alla pena dell’ergastolo dalla terza sezione della Corte d’assise di Napoli, in quanto ritenuto colpevole dell’omicidio di Eugenio Nardi, ucciso da una pioggia di piombo il 4 gennaio del 2008. Di Lauro junior, stando a quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato il mandante del delitto. Il ras secondiglianese resta intanto detenuto nel carcere di Cagliari in attesa che i giudici si esprimano sulle sue effettività capacità di stare in giudizio: Marco Di Lauro sarebbe infatti da tempo affetto da problemi psichiatrici che lo porterebbero a vivere in condizione di isolamento. Le indagini sul caso erano arrivate a una svolta a maggio 2023, quando un’ordinanza di custodia cautelare venne eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Napoli, oltre che a carico del ras “F4”, anche di Raffaele Musolino, Pasquale Spinelli, Nunzio Talotti e Gennaro Vizzaccaro. Tutti sono a vario titolo accusati di aver preso parte all’omicidio di Eugenio Nardi. Di Lauro jr sarebbe stato il mandante dell’agguato, mentre Talotti avrebbe disposto e coordinato il piano operativo del raid poi consumato in via de Pinedo, a San Pietro a Patierno. Vizzaccaro avrebbe guidato l’auto con la quale era stata ostacolata la marcia della vittima, che in quel momento si trovava al volante di una Smart, mentre Musolino avrebbe condotto lo scooter in sella al quale si trovava il killer Carlo Capasso (poi pentitosi e già condannato per questa vicenda). Spinelli avrebbe invece procurato e fatto sparire le armi usate per l’agguato, al quale avrebbe preso parte anche Antonello Faiello, deceduto nel corso dell’indagine. A dare l’impulso principale all’inchiesta è stato proprio il collaboratore di giustizia Capasso, che, dopo aver reso diversi interrogatori nel 2010, il 10 febbraio scorso ha ricordato che «dopo il tentato omicidio di Daniele Tarantino, Marco Di Lauro, all’epoca latitante, convocò i fedelissimi nell’abitazione di Gennaro Vizzaccaro. C’erano Raffaele Musolino, Nunzio Talotti, che in quel periodo riferiva al gruppo le imbasciate di Marco Di Lauro». E ancora: «Di Lauro comunicò la decisione di dare una risposta ai Sacco-Bocchetti, uccidendo Eugenio Nardi, ritenuto responsabile insieme a Costanzo Apice, dell’attentato... Nel corso della riunione Tarantino illustrò le abitudini di Nardi, che si spostava su un Beverly grigio o su una Smart grigia, frequentava via Foria e si recava spesso a San Pietro a Patierno». Dopo alcuni appostamenti, il commando entrò quindi in azione e quella che ne scaturì fu una trappola senza scampo. Furono infatti ben dodici i colpi di pistola esplosi dal killer Capasso e per l’affiliato al clan Sacco-Bocchetti non ci fu nulla da fare. A distanza di anni le indagini hanno comunque fatto il proprio corso e la svolta è arrivata nella scorsa primavera, quando i componenti del commando hanno finalmente avuto un nome e un cognome.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo