Tutte le novità
09 Aprile 2024 - 08:37
Il bunker di Porta Nolana aperto al “pubblico” pure la domenica. Il capo intercettato: «Ci verranno a prendere, siamo spacciati»
NAPOLI. Orari di apertura e chiusura rispettati con rigore da centro commerciale e un codice per cercare di tenere alla larga le forze dell’ordine. Sono stati questi i due pilastri sui quali si è fondata l’attività dell’appartamento di vico Vetriera Vecchia 21 nel quale la holding dei falsari aveva impiantato il proprio business. La base operativa rispettava infatti orari di apertura e chiusura prestabiliti, «al pari di un ordinario esercizio commerciale, aprendo ogni giorno agli acquirenti dalle ore 9 alle ore 17 circa, inclusa la domenica, con orario ridotto, dalle ore 9 alle ore 13». La circostanza emerge dalle 138 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare eseguita ieri mattina dai carabinieri. Gli investigatori dell’Arma hanno poi ricostruito fin nei minimi dettagli il modus operandi della holding capeggiata da Domenico Filadoro, che spacciava «tre tipologie di banconote contraffatte con taglio da 50 euro (definite nel gergo, nel corso delle intercettazioni, e in ordine di qualità, “B/b”, “Maradona”, “Pelè”), due tipologie di banconote contraffatte con taglio da 100 euro (definite in gergo nelle captazioni, “tipo vecchio”, ossia la serie “Epoche e stile”, e “tipo nuovo”, ossia la serie “Europa”) e una sola tipologia di banconota contraffatta con taglio da 20 euro». Significativa appariva l’illustrazione della merce, spiegata da Luigi Castello, uno dei fedelissimi di Filadoro, all’acquirente Gennaro Amabile e riepilogata nel corso di una trattativa con Gennaro Ioime: «Tengo tre tipi di cinquanta, quelle da 6, da 7 e da 8... il 100 ho due tipi, quello da 10 e da 12». Parole che hanno lasciato agli inquirenti ben pochi dubbi circa l’affare della gang. Lo stesso presunto capo dell’organizzazione di Porta Nolana è stato più volte intercettato dai carabinieri. Il 5 gennaio 2023 Filadoro si lamentava dei tanti oneri che la sua posizione apicale comportava e si lasciava andare a un lungo e duro sfogo: «Non ce la possiamo fare più, ma hai capito chi siamo, ma credi che scherzo... allora questo che saresti tu, Luigi, Rosario, palluttiello, ’o zio, ’o nonno, io, Ciro, Gigino... Susina ’a nonna... uno, due, tre, quattro, cinque, sei sette, otto, nove, dieci e dodici. Siamo dodici di noi, qualcuno l’ha dimenticato? Ah Lello... siamo tredici persone...». E ancora: «Quattrocento euro a Susina... 250 a Gigino, 300 a Rosario, 300 Palluttiello, 250 Luigi, 500 Ciro, 500 a questo, 600 tu, 550 li ho avuti io, 300 ’o zi Peppe, 150 ’a nonna, 150 ’a guagliona e 150 ’o zi’». Sempre nel corso della conversazione Filadoro manifestava poi a Ciro Di Napoli i propri timori in merito alla possibilità di un arresto ormai imminente: «Dobbiamo aspettare solo che ci vengono a prendere... io personalmente non so cosa hanno nel fascicolo, le cose su ognuno di noi... quello l’avvocato non è scemo». Per poi aggiungere: «Ora sono andato dall’avvocato e ha detto siete tutti coinvolti... siamo spacciati ma non posso dirti cosa loro hanno in mano... io sono capo promotore». Parole che dodici mesi più tardi si sarebbero rivelate quantomai profetiche. La retata di ieri mattina ha così spazzato via in un colpo solo un’organizzazione che, secondo le stime degli inquirenti, avrebbe immesso nel mercato legale almeno 60 milioni di euro contraffatti. Soldi di cui, almeno per il momento, sembra essersi persa ogni traccia.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo