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09 Aprile 2024 - 08:44
La holding vicina ai Mazzarella ha immesso nel mercato 60 milioni contraffatti
NAPOLI. Euro, a seconda del tipo di fabbricazione definiti “Maradona”, “Pelè” o “B&B”. Farlocchi, ma che avrebbero ingannato chiunque. Le banconote contraffate infatti erano identiche alle vere al punto tale da ingannare gli stessi produttori e due falsari in un caso furono pagati con soldi realizzati da loro. Un paradosso che racchiude la bravura degli organizzatori di un traffico di valuta, su cui grava l’ombra del clan Mazzarella del centro storico, con base nella zona di porta Nolana e del Mercato. Un “basso” era stato allestito per la logistica in vico Vetriera Vecchia e funzionava come un negozio con orari di apertura e chiusura. Organizzazione apparentemente perfetta, che però grazie a una pervicace indagine dei carabinieri (coordinati dalla procura di Napoli, retta dal procuratore Nicola Gratteri) è stata sgominata. Ben 68 persone risultano indagate, di cui 48 in carcere, 14 ai domiciliari, una con divieto di dimora in città e 5 a piede libero. Tutti da considerare innocenti fino all’eventuale condanna definitiva. Tra i destinatari della misura c’è anche Giovanni Pistillo “o’ poeta”, 77enne dei Quartieri Spagnoli in passato vicino ai Mariano. L’indagine del Comando carabinieri Antifalsificazione monetaria, con il colonnello Lorenzo Marinaccio, ha monitorato 24 ore su 24 l’attività del gruppo e degli “esterni” grazie a microspie e telecamere piazzate abilmente nel “basso” di vico Vetriera Vecchia e in altri punti, tra cui un bar di piazza Garibaldi “sospetto”. E’ emersa la vendita di euro falsi in Italia e all’estero, organizzata e diretta da Domenico Filadoro “o’ cianacco” con la stretta collaborazione di Luigi Castiello e Ciro Di Napoli “o’ presidente”. Al primo è contestata anche l’aggravante camorristica per i rapporti con i Mazzarella e in particolare al ras Ciro, del quale l’indagato parlava in termini positivi durante una conversazione intercettata e che faceva trasparire anche una certa preoccupazione per i rapporti da instaurare con il successore del capoclan arrestato tre giorni prima (a dicembre 2022). Inoltre, il compendio probatorio ha goduto di un valore aggiunto costituito dalle acquisizioni dichiarative di un collaboratore di giustizia, Enrico Autiero, che già molti anni prima aveva fatto riferimento a una consorteria dedita alla vendita di “soldi falsi”. Lo scenario investigativo e stato ̀ anche arricchito da sequestri di valuta contraffatta, per un valore nominale complessivamente stimato in oltre 200.000,00 euro, nonché da 7 arresti di acquirenti, 3 dei quali cittadini francesi in procinto di rientrare in patria. Sono stati anche chiariti i compiti assegnati a ciascun appartenente al sodalizio: “capo/promotore”, “organizzatori”, “custodi”, “corrieri” e “vedette” e finanche “addetto alle pulizie del basso terraneo”. La rivendita era aperta anche di domenica ed era possibile acquistare banconote da 100, da 50 e da 20 euro.
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