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09 Aprile 2024 - 09:56
Picchiato perché non voleva spacciare per il clan, rischiava di perdere la casa popolare se non avesse accettato le minacce della camorra. I Carabinieri della Tenenza di Cercola hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di tre indagati accusati di estorsione aggravata, rapina, lesioni personali, porto abusivo di una pistola e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, reati aggravati dal metodo mafioso, commessi ai danni di un 45enne di Ponticelli.
Le indagini, svolte dai Carabinieri di Cercola sotto il coordinamento della D.D.A. di Napoli, hanno avuto inizio a seguito della denuncia raccolta dai militari agli inizi di marzo, quando la vittima si è recata in caserma con il volto completamente tumefatto e sanguinante. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i tre indagati, nelle ore precedenti alla denuncia, si erano presentati presso la sua abitazione, con l'obiettivo di costringerlo a vendere per loro conto un ingente quantitativo di hashish, minacciandolo che qualora non avesse accettato la loro proposta avrebbe dovuto cedere il possesso della sua autovettura o della sua casa popolare o, in alternativa, avrebbe dovuto consegnare loro la somma in contanti di 10mila euro.
Al rifiuto del denunciante, i tre avevano iniziato a picchiarlo selvaggiamente alla presenza della moglie e dei due figli minorenni. Le indagini svolte hanno consentito l'acquisizione di elementi probatori gravemente indiziati in ordine alla riconducibilità delle condotte oggetto di contestazione ai tre arrestati, ritenuti collegati al clan Casella di Ponticelli.
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