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12 Aprile 2024 - 08:35
I boss della seconda faida confessano otto delitti, ma potrebbe non bastare
NAPOLI. I boss di “Gomorra” confessano in blocco, ma per loro si profila una nuova stanga giudiziaria. Il processo di primo grado chiamato a fare luce su otto omicidi della seconda faida di Scampia entra nella fase clou con la requisitoria del pubblico ministero, che ieri mattina ha invocato ben cinque ergastoli. Rischio fine pena mai per Cesare Pagano, Carmine Pagano, Raffaele Musolino, Salvatore Petriccione, Luca Raiano e Nunzio Talotti. Per Davide Francescone, Renato Napoleone ed Enzo Notturno il pm ha invocato 30 anni di reclusione a testa. Salvatore Frate e Fabio Magnetti potrebbero invece cavarsela, rispettivamente, con 17 anni e 12 anni di carcere. Il processo, che si sta celebrando con la formula del rito abbreviato, riprenderà il prossimo 9 luglio con le discussioni del collegio difensivo, composto dagli avvocati Domenico Dello Iacono, Claudio Davino, Giuseppe Annunziata, Mario Terracciano e Annalisa Senese. Le indagini, condotte dal nucleo Investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Napoli e coordinate dalla Dda, anche attraverso dettagliati riscontri a dichiarazioni di collaboratori di giustizia, avevano consentito di fare luce su otto omicidi della seconda faida di Scampia, tra il 14 marzo 2007 e il 9 febbraio 2008. Ma pure di confermare la riconducibilità della guerra alla decisione della Vanella Grassi di scindersi dai Di Lauro e confluire negli Amato-Pagano e ciò su istigazione degli stessi vertici di questi ultimi. Così gli affiliati al gruppo di via Vanella Grassi e via Dante furono chiamati “i Girati”. L’inchiesta ha ricevuto input dai pentiti Antonio Accurso, Carlo Capasso, Rosario Guarino e Gennaro Puzella. In carcere avevano ricevuto la notifica del provvedimento restrittivo boss del calibro SCAMPIARischio stangata per i Pagano, Petriccione, Musolino, Raiano e Talotti I ras di “Gomorra” all’angolo, la procura chiede sei ergastoli di Raffaele Amato “’a vecchierella”, Cesare Pagano “Cesarino”, Marco Di Lauro e Salvatore Petriccione. A carico loro e degli altri 12 indagati sono emersi gravi indizi di colpevolezza in relazione agli 8 omicidi chiariti: quello di Giuseppe Pica dei Di Lauro (14 marzo 2007); Francesco Cardillo dei Di Lauro (14 3 2007); Lucio De Lucia dei Di Lauro (21 marzo 2007); Patrizio De Vitale, da poco transitato nella compagine scissionista (31 maggio 2007; Luigi Giannino della Vinella Grassi (13 giugno 2007; Salvatore Ferrara dei Di Lauro (25 settembre 2007; Luigi Magnetti della “Vinella” (25 settembre 2007; Carmine Fusco dei Di Lauro (9 febbraio 2008). Per l’omicidio Pica sono indagati Rito Calzone “o’ pisano”, Enzo Notturno “Vector”, Carmine e Cesare Pagano. Per Cardillo risponde Salvatore Frate. Lucio De Lucia: Rito Calzone e Cesare Pagano. Per De Vitale: Marco Di Lauro e Nunzio Talotti. Per Giannino: Marco Di Lauro, Mario Buono, Raffaele Musolino e Vincenzo Di Lauro. Per Ferrara: Raffaele Amato del ’65, Cesare Pagano, Salvatore Petriccione e Luca Raiano. Per Magnetti: Raffaele Amato, Carmine Pagano, Cesare Pagano, Petriccione, Napoleone, Francescone. Per Fusco: Raffaele Amato, Petriccione, Luca Raiano e Fabio Magnetti.
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