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La stangata diventa definitiva, la Vanella Grassi va al tappeto

La stangata diventa definitiva, la Vanella Grassi va al tappeto

Mazzata dalla Cassazione, ribadite 42 condanne per i ras di Secondigliano. Niente sconti per i nuovi gruppi Petriccione, Grimaldi, Angrisano e Spera

NAPOLI. Colpo di grazia per ras e affiliati al clan della nuova Vanella Grassi di Secondigliano. Dopo la stangata giudiziaria maturata lo scorso anno in appello, quando già erano arrivati ben pochi “sconti” rispetto al primo grado di giudizio, adesso è la Corte di Cassazione a mettere all’angolo la temibile cosca della periferia nord di Napoli. Gli Ermellini hanno infatti confermato 42 condanne su 43, disponendo un nuovo processo di appello soltanto per Pietro Del Piano in ordine al ricalcolo della pena. Per tutti gli altri imputati, a partire dal boss Salvatore Petriccione “’o marenaro”, la pena diventa così definitiva.

Queste nel dettaglio le condanne rideterminate in appello grazie al riconoscimento delle attenuanti generiche: Angelo Angrisano, 17 anni e 4 mesi; Anna Maria Amodio, 8 anni; Pasquale Auriola, 9 anni e 4 mesi; Giovanni Borriello, 8 anni; Vittorio Capuozzo, 10 anni e 8 mesi; Carmine Casaburi, 9 anni; Salvatore Costagliola, 6 anni e 8 mesi; Antonio Cristilli, 10 anni e 4 mesi in continuazione con altra sentenza; Luigi Di Natale, 10 anni e 4 mesi; Vincenzo Giglio, 9 anni e 4 mesi; Nico Grimaldi, 9 anni e 4 mesi; Antonio Guarino, 8 anni e 10 mesi; Umberto Ippolito, 9 anni e 2 mesi; Raffaele Paone, 11 anni; Nunzio Pecorelli, 9 anni e 4 mesi; Gaetano Pocci, 9 anni; Giuseppe Rapillo, 10 anni; Carmine Ricci, 11 anni e 4 mesi; Alberto Russo, 9 anni; Antonio Saggese, 5 anni; Giuseppe Scarpellini, 9 anni e 4 mesi. Condanne confermate invece, sempre in appello, per Alessio Angrisano (18 anni), Alfonso Ansioso (10 anni), Luigi Burzio (12 anni), Vincenzo Carella (10 anni), Pietro Castro (10 anni), Salvatore Criscuolo (11 anni e 4 mesi), Benito D’Alessio (16 anni), Pietro Del Piano (11 anni), Nicola De Maso (13 anni), Giuseppe Esposito (12 anni e 8 mesi), Francesco Forte (10 anni e 8 mesi), Vincenzo Grimaldi (18 anni e 4 mesi), Eduardo Improta (10 anni), Salvatore Lamonica (12 anni), Emanuele Mincione (13 anni e 8 mesi), Luigi Pappagallo (9 anni), Pasquale Parziale (3 anni), Salvatore Petriccione (20 anni in continuazione con altra sentenza), Gennaro Romano (10 anni), Vincenzo Spera (16 anni), Giovanni Strazzulli (12 anni e 8 mesi) e Gennaro Torino (10 anni).

Nel complesso era stati oltre 500 gli anni di reclusione inflitti dalla Corte d’appello di Napoli. L’inchiesta aveva consentito di disarticolare il nuovo gruppo della Vanella Grassi, uscito sostanzialmente vincitore dalla seconda faida di Scampia e per questo ormai egemone in gran parte della periferia nord. Il cartello capeggiato da Petriccione “’o marenaro” era articolato in ramificazioni territoriali: il gruppo di San Pietro a Patierno diretto dal ras Vincenzo Grimaldi, il gruppo Spera agli ordini di Vincenzo “’o nir”, monopolista degli affari criminali all’interno della Vela Celeste, e il gruppo Angrisano, attivo invece nel Lotto G e nel Lotto P del confinante quartiere Scampia. Gli imputati erano a vario titolo accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso, droga ed estorsione. Accuse pesanti come macigni, seguite da condanne esemplari.

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