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Poche offerte e stipendi al ribasso, laureati in fuga dalla Campania

Poche offerte e stipendi al ribasso, laureati in fuga dalla Campania

NAPOLI. Napoli e la Campania: fuga di laureati e opportunità di lavoro. Un quadro preoccupante emerge da un'indagine di Randstad e Fondazione per la Sussidiarietà, presentata a Rimini. I dati evidenziano un divario preoccupante tra Nord e Sud Italia, con la Campania che si posiziona come maglia nera per quanto riguarda le opportunità di lavoro per laureati. Solo il 5% delle offerte di lavoro per laureati si concentra in Campania, contro il 30% della Lombardia, il 13% dell'Emilia-Romagna e del Veneto, e l'11% del Lazio. Questa sproporzione si traduce in un numero elevato di laureati disoccupati in regione, circa 30mila, pari a quello di tutto il Nord Est. Purtroppo in questo contesto assistiamo a molti talenti inespressi che non trovano sbocco occupazionale. A questo si aggiunge il divario salariale: i lavoratori campani percepiscono stipendi inferiori anche al 60% della media nazionale, mentre in Lombardia, ad esempio, la media è del 25%. Le conseguenze di questa situazione sono drammatiche: aumento della povertà lavorativa, migrazione di laureati verso altre regioni d'Italia (la Campania è la terza regione per flussi in uscita) e un impoverimento generale del tessuto economico e sociale della regione. Quali sono i settori che offrono maggiori opportunità di lavoro in Campania? L'indagine evidenzia che i percorsi formativi più richiesti dalle aziende sono informatica e telecomunicazioni (39%), sanità (28%), elettronica ed elettrotecnica (28%), meccanica, meccatronica ed energia (26%). Mentre i settori con le minori opportunità sono quello artistico e musicale, umanistico ed educativo. Per migliorare l'inserimento lavorativo dei giovani campani, l'indagine suggerisce alcune azioni concrete: Scuola superiore, attivazione di scambi culturali con le scuole dell'Ue, prevedere corsi specifici per l'accesso al lavoro e organizzare presentazioni aziendali all'interno degli istituti. Ma anche favorire periodi di studio all'estero, organizzare presentazioni aziendali negli atenei e rendere obbligatorio un tirocinio potrebbe intervenire a supporto. «Oltre a queste misure, è necessario investire in infrastrutture, ricerca e innovazione per creare un ambiente favorevole allo sviluppo delle imprese e attrarre talenti. È fondamentale inoltre valorizzare il capitale umano presente sul territorio, offrendo ai laureati campani opportunità di lavoro adeguate alle loro competenze e al loro talento» hanno sottolineato i relatori del rapporto. «Solo con un impegno concreto da parte di tutti gli attori coinvolti - istituzioni, imprese, università e cittadini - sarà possibile invertire la rotta e costruire un futuro migliore per la Campania e per i suoi giovani».

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