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Accoltellato per vendetta, fuga finita per gli aggressori

Accoltellato per vendetta, fuga finita per gli aggressori

Agguato in via Rosaroll, in manette Alfonso Attanasio e Giuseppe Catone

NAPOLI. Una relazione sentimentale non gradita sarebbe alla base del tentato omicidio di Giuseppe Verde, il 29 febbraio scorso in via Cesare Rosaroll. Un agguato che sembrava misterioso per l’assenza di legami con la criminalità della vittima, ma che gli investigatori della Squadra mobile della questura di Napoli e del commissariato Vicaria-Mercato hanno chiarito a tempo di record. Appena un mese e mezzo e per i due presunti responsabili sono scattate le manette su ordinanza di custodia cautelare: Giuseppe Catone, 42 anni, e Alfonso Attanasio, 25enne, entrambi della zona di Porta Capuana. In particolare il primo era entrato in contrasto con Giuseppe Verde, il 54enne ferito a coltellate ed estraneo alla storia d’amore, con il quale in precedenza c’era stato un grosso litigio in strada. Per cui l’episodio successivo oggetto del procedimento penale, molto più grave, potrebbe aver rappresentato una vendetta.

All’alba di ieri Giuseppe Catone e Alfonso Attanasio sono stati svegliati nelle rispettive abitazione dai poliziotti della Mobile (dirigente Giovanni Leuci, vice questore Luigi Vissicchio a capo della sezione “Omicidi) e dai colleghi della squadra giudiziaria di Vicaria-Mercato (dirigente Michele Cante, sostituto commissario Antonio De Stasio). Investigatori esperti che sono risaliti ai presunti autori (in concorso) del tentato omicidio aggravato grazie ad alcune testimonianze, immagini di telecamere e intercettazioni, sia telefoniche ambientali. La vittima invece, non è stata di aiuto non avendo riconosciuto gli aggressori. Per gli indagati, comunque, vale il principio della assoluta presunzione di innocenza fino all’eventuale condanna definitiva.

Anche se il movente in casi del genere non è l’aspetto più importante della vicenda, la polizia è stata brava nel ricostruirlo e nell’escludere piste camorristiche. Il motivo dell’agguato sarebbe infatti riconducibile a una relazione extraconiugale che avrebbe coinvolto la moglie di un parente di Giuseppe Verde, circostanza che avrebbe provocato i contrasti man mano diventati sempre più profondi fino al drammatico epilogo del 29 febbraio scorso in via Cesare Rosaroll. Il 54enne, estraneo alla storia d’amore o presunta tale, avrebbe difeso il congiunto tradito attirando così le ire dei due arrestati, entrambi senza condanne né accuse di camorra a carico.

Nella ricostruzione della polizia (le cui indagini sono state coordinate dalla procura ordinaria), quella sera la vittima fu avvicinata dal 42enne e dal 25enne (che secondo gli inquirenti frequenterebbero ambienti di Porta Capuana, zona storicamente ritenuta sotto l’influenza dei Papi), a volto scoperto e in sella a due motocicli. I quali prima lo avrebbero offeso e successivamente, armati di coltelli, l’avrebbero aggredito sferrandogli numerosi fendenti all’addome e agli arti inferiori. Tanto che per le ferite riportate Verde è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per ben 5 ferite agli arti inferiori con recinsione di alcune vene e una all’addome. Non proprio una cosa da niente.

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