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Faida dei Quartieri, tre arresti

Faida dei Quartieri, tre arresti

Agguato al ras Vincenzo Masiello, presi il rampollo Dylan Di Biasi e due complici. Nel mirino del figlio di Renato “’o faiano” pure turisti e cittadini: perquisiti per passare in vico Lungo San Matteo

NAPOLI. Per bruciare le tappe e rappresentarsi ancora di più come ras emergenti sfidarono il reggente del clan Masiello dei Quartieri Spagnoli, Vincenzo Masiello “’o cucù”, sparandogli contro all’esterno di un’agenzia di scommesse. Il bersaglio fu bravo a evitare il peggio, abbassando il braccio del pistolero e così il colpo lo prese di striscio a una natica. Era il 5 novembre 2022: da quel giorno i fari degli investigatori della polizia si sono accesi su un gruppetto nato intorno al 19enne Dylan Di Biasi e le indagini susseguenti si sono condensate nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita all’alba di ieri. In manette, oltre al 19enne figlio di Renato “’o faiano” (nome storico della malavita napoletana), sono finiti il 22enne Vittorio Sorriente e un 18enne, A.M., all’epoca dei fatti minorenne. Nell’inchiesta compare anche Antonio Mucci detto “Anthony”, 21enne, al momento detenuto in Spagna per altro.

A condurre le indagini, coordinata dalla Dda, sono stati i poliziotti della sezione “Omicidi” della Squadra mobile della questura (dirigente Giovanni Leuci, vice questore Luigi Vissicchio) e i reati ipotizzati a seconda delle varie posizioni vanno dalle lesioni personali nei confronti di Vincenzo Masiello al porto e detenzione di armi da fuoco, alla violenza privata e alla rapina, aggravati anche dalle modalità mafiose. Tutti, va sottolineato in quanto il procedimento è nella fase delle indagini preliminari, devono essere ritenuti innocenti fino all’eventuale condanna definitiva. Nella ricostruzione dell’accusa da provare in giudizio, a sparare contro il 33enne Vincenzo Masiello “’o cucù” (attualmente detenuto per reati associativi) è stato Vittorio Sorriente, spalleggiato da Dylan Di Biasi che lo colpì al volto da dietro con un braccio da tergo.

Fu l’epilogo presumibilmente di un agguato ripreso dalle telecamere di sorveglianza del locale in via Emanuele De Deo e acquisite dalla polizia appena si seppe del ferimento. Il proiettile provocò un danno ridotto alla vittima, tanto che non si rese necessario l’intervento dei medici ospedalieri. Ma nonostante ciò, gli investigatori della Mobile rapidamente partirono con le indagini e convocarono il 33enne in questura, dove quest’ultimo mostrò il foro provocato dal colpo di pistola. L’evento è da ricondurre alla mira espansionistica del gruppo di giovani ambiziosi che volevano ritagliarsi il loro spazio all’interno delle dinamiche criminali dei Quartieri Spagnoli. Infatti nel corso degli accertamenti della Mobile è emerso che essi si dedicavano a reati contro il patrimonio avendo tra l’altro un’ampia disponibilità di armi. La base operativa di Di Biasi, Sorriente, Mucci e del minorenne era vico Lungo San Matteo, controllato addirittura militarmente. Infatti l’inchiesta ha cristallizzato che gli indagati erano costantemente armati di pistola, per evitare attacchi da componenti di altri gruppi antagonisti, e hanno in più occasioni perquisito i cittadini che non conoscevano, in particolare nelle ore notturne, mentre transitavano nella loro zona di influenza.

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