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19 Aprile 2024 - 07:54
«Lo spostamento dell'asse geopolitico verso il sud del mondo dà nuova centralità a napoli, ci vuole serietà, affidabilità per cogliere questa opportunità». Lo ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, a margine dei lavori del Festival Euromediterraneo dell'Economia in corso a Napoli fino al 20 aprile, a proposito del ruolo del ruolo di Napoli nel Mediterraneo e come hub energetico. «Dobbiamo lavorare e creare sviluppo nella nostra città, è quello che stiamo facendo», ha aggiunto il primo cittadino. Ma non solo. Da Manfredi è arrivato anche un altro importante annuncio: «Il 13 maggio c'è la visita a Napoli della Camera di commercio dell'Arabia Saudita, è visita di alto profilo, è la prima volta che accade in Italia a sud di Roma, è un segno importante del nuovo interesse internazionale per gli investimenti a Napoli, si tratta di un'opportunità significativa per proseguire il percorso di internalizazione della città nella cultura ma anche nell'economia» Il ruolo chiave del Sud è stato uno degli argomenti centrali di tutta la giornata di lavori al Feuromed. «Il Mezzogiorno è diventato, per necessità, piuttosto che per scelta, il ponte dello sviluppo dell'Europa e la via dello sviluppo. L'Europa che conoscevamo, che nella prima fase della globalizzazione ha giustamente perseguito l'integrazione dell'Europa centrale e orientale lungo la via continentale, oggi non c'è più: ha finalmente preso atto che tutte le condizioni di quel mondo sono purtroppo cambiate», ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, che ha spiegato ancora: «L'Europa non può più crescere in Oriente e con l'Oriente, la guerra della Russia in Ucraina e le sue conseguenze lo stanno dimostrando, quindi dovrà necessariamente crescere con e insieme all'Africa e alla sponda Sud del Mediterraneo, perché le vie dello sviluppo e dei mercati non sono più quelle del continente verso Oriente, essendosi alzata un'altra e più grave Cortina di Ferro, che chiude allo sviluppo e ai mercati le potenzialità dell'Oriente». D’altro canto, però, Ignazio Visco, già Governatore della Banca d'Italia, sottolinea un problema: «Il Mezzogiorno non ha ancora la capacità di occupare dei talenti che ci sono È in grado di creare competenze che però non sfrutta per la propria crescita e sviluppo». A giudizio di Visco comunque il numero di giovani «che è in grado di prepararsi per entrare nel mercato del lavoro a livelli sufficientemente competitivi è basso in Italia, è basso nel Mezzogiorno. E perdere anche le punte di diamante è un costo».
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