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19 Aprile 2024 - 08:09
“Ci uccidevano tutti e quattro o cinque…a noi volevano”. Il 27 novembre 2022 in casa Di Biasi il 19enne Dylan, arrestato l’altro ieri dalla polizia su ordinanza di custodia cautelare, commentava con un amico l’arresto di due giovanissimi di San Giovanni a Teduccio, sorpresi dai carabinieri in giro per Montecalvario con un mitra Uzi. Erano passate poche ore, ma per i componenti del gruppetto di emergenti riuniti intorno al “Faiano” junior erano proprio loro l’obiettivo del raid. “Hai capito perché sono venuti qua sopra? A noi volevano…dovevano fare il reato. Perché stavano salendo da là! Lo sai che facevano ? Salivano…poi a sinistra e prendevano noi..”. Dylan Di Biasi e soci erano ben consapevoli che rischiavano di subire agguato oltre che essere finiti nel mirino degli investigatori di polizia, autori di una perquisizione qualche giorno prima. “Si mettono le guardie che ci vogliono alzare in aria e quelli là che ci voglio uccidere”, ma dalle conversazioni intercettate nell’abitazione non si capisce il motivo dello scontro. C’è di fatto che il pericolo scampato destò allarme a tal punto che Antonio Mucci detto “Anthony” avanzò una proposta come strategia difensiva. Mucci: “Le pistole non le teniamo mai…Le teniamo…perciò ci dobbiamo comprare qualche pistola!”, invitando poi i sodali a controllare militarmente i loro vicoli”. Di Biasi: “Questi qua sono pericolosi!...fanno le vittime anche alle 3 del giorno!”. Mucci: “Però, adesso loro hai capito dove stanno? Stanno prendendo ancora gli schiaffi! Stanno ancora abbuscando”, riferendosi alla circostanza che il 18enne di San Giovanni a Teduccio e il 16enne di Ponticelli erano stati arrestati. D. (giovane partecipante alla conversazione, ma non indagato): “…il cognome…il faianiello per farti capire…pure il cognome si tocca, quello hanno voluto far capire!. Circa due mesi dopo, precisamente il 9 gennaio 2023 e il giorno, ci sono state altre conversazioni intercettata e ritenute interessanti dagli investigatori tra Dylan Di Biasi e l’amico D.. Di Biasi: “Devo andare a prendere chi porta spia…Lo devo fare testa e muro!”. D.:” Dobbiamo andare a sparargli!”. Di Biasi: “Devo scendere con questa…”. D.: ”Devi passare per i Quartieri, per far vedere un poco come devi uscire!!...Cico, se noi lasciamo la cosa a casa lo vengono a sapere”, intendendo secondo gli inquirenti che devono mostrare la loro disponibilità di armi e che le hanno sempre a disposizione. Il giorno dopo i due parlano della possibilità di essere uccisi. “Vuoi morire di vecchiaia? Noi dobbiamo morire con una botta in testa…”. “Poi si vede come moriamo, io la morte mia non l’accetto”. “Chi te la chiava una botta in testa a te? Dopo hanno tutti i “Faiano” addosso. Io tengo a te, se non la possono chiavare a te nemmeno a me”. Di Biasi, Vittorio Sorriente e A.M., minorenne all’epoca, si trovano in carcere.
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