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20 Aprile 2024 - 09:01
«Abbiamo sottoscritto 17 accordi di coesione su 21, stiamo lavorando per gli altri quattro. Chiaramente quelli restanti sono i più consistenti, da qui ne deriva anche finanziariamente una problematicità maggiore nell’individuare le strade. Lo facciamo con un approccio istituzionale che è quello di trovare le soluzioni in linea con quanto il governo ha messo in campo con la riforma della politica di coesione». A dirlo ministro degli Affari europei, delle politiche di Coesione, del Pnnr e del Sud, Raffaele Fitto, a Napoli per l’evento Feuromed, in merito alla questione dei Fondi sviluppo e coesione sui quali è in corso un contenzioso con la Regione Campania.
LE FINALITÀ DEL FSC. L’esponente del Governo sottolinea che queste risorse «hanno delle finalità precise, invito tutti a leggere le finalità per le quali queste risorse vengono date per comprendere che sono assegnate agli investimenti .Penso che il Mezzogiorno in Italia abbia bisogno sicuramente di manifestazioni importanti che troveranno le loro opportunità di finanziamento in più direzioni. Ma quello che è mancato allo sviluppo del Sud sono gli investimenti fondamentali per cambiarne la prospettiva». Fitto precisa che «ci troviamo di fronte a un cambio di approccio complessivo su questo tema. Prima le risorse venivano date senza una valutazione di merito e ognuno le spendeva un po’ come riteneva. Oggi c’è questo confronto nel quale le risorse vengono date, c'è una proposta, ci si confronta, la si rende compatibile con altre programmazioni e si valuta la capacità di spesa reale di questi programmi, di queste risorse. Lo dico senza alcun intento polemico ma i dati della spesa della precedente programmazione ci indicano in modo molto chiaro quanto sia necessario modificare profondamente l’impianto precedente e questo è il lavoro che noi stiamo cercando di portare avanti». E ancora: «Quella che stiamo facendo non è una gara, è un lavoro di merito che stiamo portando avanti con tutte le regioni e quindi vedremo adesso, abbiamo delle interlocuzioni anche di carattere tecnico in corso, al di là di quello che appare all’esterno, e penso di poter dire con chiarezza che stanno andando avanti».
LA REPLICA ALLE ACCUSE DI DE LUCA. Il ministro, poi, risponde a distanza al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, sulle manifestazioni culturali in bilico senza l’erogazione dei fondi e sulla questione aperta con la Campania: «Non ci sono posizioni di chi ha deciso senza ragione di bloccare qualcosa, c’è un confronto che va avanti per ognuna delle Regioni e ci sono delle ragioni di merito sulle quali ci stiamo confrontando e per le quali troveremo le soluzioni. Non ho mai fatto, né mai farò, una dichiarazione polemica, sono molto rispettoso dei ruoli istituzionali. Come ho detto, gli scontri e le polemiche si fanno in due. Se uno di questi sono io, non ci sono. Lo scontro e la polemica per me non esistono».
LA QUESTIONE DEL PNRR. Sul tema del Pnrr, Fitto è quanto mai esplicito: «Non dobbiamo dimenticare, per quel che concerne le risorse disponibili, come per il Pnrr, che la stragrande maggioranza sono a debito e che quindi migliorare la qualità della spesa è fondamentale per incrociare la crescita. Diversamente non si avrà la capacità di rientrare dal debito. La sfida quindi è molto complessa, ci dobbiamo lavorare in modo serio e responsabile, e l’auspicio è di evitare delle polemiche che trasformino il Next Generation Eu, un’occasione importante per l’Italia e per l’Europa, in un terreno di dibattito e scontro politico. Questa è una grande sfida per l’Italia e per l’Europa e su questo dobbiamo cercare di lavorare bene, cogliendo anche la rilevanza e l'importanza sia dello strumento in sé, ma anche del modello che accompagna questo strumento perché è un modello che potrebbe auspicabilmente essere utilizzato anche in prospettiva per altri piani di investimento». Infine: «Mi sembra che l’Italia sa l’unico Paese che ha fatto la richiesta della quinta rata, quindi parlare di ritardo sarebbe singolare. Non c'è nessun altro Paese che ha fatto questa richiesta. Il rapporto di medio termine la Commissione lo sancisce in modo ufficiale. L’Italia, sul Pnrr, in questo momento penso che rappresenti uno dei Paesi, se non il Paese che procede più celerm
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