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20 Aprile 2024 - 09:12
La notizia dell’attacco “controllato” di Israele all’Iran viene accolta con moderato apprezzamento a Capri, teatro della giornata conclusiva della ministeriale del G7 Esteri. Israele ha seguito la richiesta di agire con «buonsenso», dichiara subito il “padrone di casa”, Antonio Tajani, nella conferenza stampa finale in cui più volte ripete l’appello alla «de-escalation» tra le parti.
«A CAPRI GRANDE UNITÀ D’INTENTI». Dalla riunione sull’isola Azzurra emerge anche la volontà politica chiara di accelerare sulla difesa aerea dell’Ucraina. Un G7, quello che si è concluso ieri a Capri, che «si è svolto in giornate complicate dal punto di vista internazionale - riconosce Tajani tirando le somme del summit - ma credo che questi tre giorni siano stati un successo perché abbiamo registrato grande unità d’intenti e una convergenza su tutte le più importanti questioni internazionali». A partire dal Medio Oriente.
LA NOTIZIA DEL RAID. Il raid israeliano sulla provincia di Isfahan costringe a rivedere tutta l’agenda della sessione mattutina, dominando la scena.
DA CAPRI MESSAGGIO PER LA DE-ESCALATION. Sulla questione Israele-Iran «l’obiettivo politico del G7 si chiama de-escalation», scandisce il titolare della Farnesina davanti ai giornalisti. Il ministro, in contatto per tutto il tempo con le ambasciate italiane a Tel Aviv e Teheran, rassicura sulle condizioni degli italiani in Iran e sottolinea come l’aver evitato una ritorsione su larga scala sia stato «frutto anche del lavoro e dell’impegno del G7». L’impegno dei ministri degli Esteri del Gruppo dei Sette Grandi è «spegnere il fuoco» nella regione, prosegue Tajani, indicando nella soluzione a due Stati l’unica possibile a lungo termine. Tajani ha quindi reso noto che gli Stati Uniti sono stati informati «all’ultimo minuto» da Israele.
PREFETTO SODDISFATTO. Il G7 a Capri è stato un evento «perfettamente riuscito», grazie all’impegno di tutte le forze in campo, dice in serata il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ringraziando tutti coloro che si sono adoperati per il regolare svolgimento delle varie iniziative in programma, «fornendo un’immagine di efficienza del nostro Paese».
IL CORTEO PRO-PALESTINA A NAPOLI. Una mattinata che viene movimentata anche da quello che accade a Napoli, dove studenti di sinistra, collettivi diplomatico fatto nel Golfo di Napoli e attivisti filopalestinesi partono in corteo alle 9,30 da piazza Garibaldi scandendo slogan contro il G7 e Israele, a favore della Palestina. In testa bandiere palestinesi e uno striscione con scritto «fermiamo il G7nocidio». I manifestanti si fermano davanti alla sede di Fratelli d’Italia in corso Umberto I, intonando diversi cori contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni prima di proseguire il corteo al coro di «Palestina libera».
TAFFERUGLI NELA ZONA DEL PORTO. Tutto fila più o meno liscio fino al Porto, quando un gruppo cerca di raggiungere la zona degli approdi di alcune delle delegazioni del G7 che nel frattempo avevano cominciato a lasciare Capri: subito i manifestanti, “armati” di salvagenti di gomma rotondi e a forma di anguria contro eventuali manganellate, vengono bloccati dallo schieramento di polizia in assetto antisommossa. Si assiste a qualche contatto tra forze dell’ordine e manifestanti, molti spintoni, urla e la folla che ondeggia pericolosamente, poi per fortuna la situazione rientra rapidamente senza degenerare e senza feriti. Il corteo si scioglie poi al Porto, all’altezza del Varco Immacolatella.
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