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20 Aprile 2024 - 09:19
Agente municipale massacrato di botte sulla Domitiana davanti alla moglie e al figlio, l’inchiesta che ha portato alla cattura del commando regge, ma i gravi indizi e le esigenze cautelari finiscono, almeno in parte, per incrinarsi. L’udienza di convalida che ha visto alla sbarra gli indagati Carmelo Maglione, Pietro Sarnelli e Thomas Sanniola si è conclusa ieri mattina con un importante colpo di scena. Il gip del tribunale di Napoli Nord, Ilaria Giuliano, respingendo in parte la linea del pubblico ministero, ha deciso di non convalidare il fermo dei picchiatori, disponendo per Sarnelli e Sanniola, difesi dagli avvocati Domenico Dello Iacono e Valentina Alfieri, gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Solo per Carmelo Maglione, difeso dall’avvocato Luigi Poziello, è stata stabilita la custodia cautelare in carcere: a differenza degli altri due indagati resta infatti l’unico a rispondere anche della rapina del cellulare della vittima. La vicenda che ha portato Maglione, figlio del defunto ras di Villaricca Francesco Maglione, e soci alla sbarra è tristemente nota. Le immagini della feroce aggressione avvenuta sulla Domitiana, nel comune di Giugliano in Campania, il 7 aprile scorso hanno fatto il giro del Paese grazie alla riprese video effettuate da una passante: ad avere la peggio è stato un malcapitato vigile urbano, pestato a sangue da un commando di balordi. Ebbene, le indagini sul caso sono arrivate rapidamente a una svolta. Raggiunti da un decreto di fermo sono infatti finiti in manette Carmelo Maglione, 27enne di Villaricca, Pietro Sarnelli, 25enne di Villaricca, e Thomas Sanniola, 19enne di Giugliano. I tre indagati erano a vario titolo accusati di rapina, per essersi impossessati del telefono della vittima, e di violenza e minacce aggravate dai futili motivi. Ad avere la peggio era stato l’agente Paolo P., finito in ospedale con un trauma cranico e lesioni all’occhio, ai denti, alla spalla, alla schiena e al ginocchio. L’inchiesta sulla feroce aggressione ha preso piede proprio grazie alla denuncia della vittima, picchiata davanti al figlio e alla moglie, che con coraggio ha raccontato tutto alle forze dell’ordine: «Verso le 14, mentre facevo rientro dal centro commerciale La Reggia di Caserta, insieme al mio nucleo familiare, giunto sull’Asse Mediano, in prossimità dell’esercizio commerciale Gloria, venivo sorpassato da due auto di grossa cilindrata, che avevano un’andatura molto veloce e pericolosa». È l’inizio di un’escalation di eventi che solo per un puro caso non si rivelerà fatale. L’agente municipale ha infatti spiegato che «le due auto zigzagavano tra di loro e più di una volta, una delle due si affiancava all’altra, rallentando la marcia di chi li precedeva e creando pericolo per la circolazione… gli occupanti delle due auto colloquiavano tra di loro, come se si conoscessero. Appena ho imboccato la Ss7 quater notavo che l’auto nera rallentava, posizionandosi sulla corsia di destra. In quel momento la superavo». Proprio il sorpasso non gradito ha innescato la vendetta.
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