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Fuorigrotta, indagini vicine alla svolta

Fuorigrotta, indagini vicine alla svolta

NAPOLI. C’è una novità nelle indagini sulla sparatoria di Fuorigrotta in cui il 4 aprile scorso Luisa Mangiapia rimase ferita da un proiettile vagante. In quel drammatico pomeriggio del 5 aprile scorso in piazza Italia si sarebbero verificati tre round della guerra tra i gruppi Trincone ed Esposito-Iadonisi: botta, risposta e contro risposta. Prima lo sparo nei pressi delle giostrine, poi il colpo con il calcio della pistola a un 39enne in via Rossetti e infine un corpo a corpo tra esponenti rivali nei dintorni. A dimostrazione della fase di estrema tensione negli ambienti malavitosi dell’area flegrea, come dimostra l’agguato dell’altra notte a Bagnoli che ha coinvolto il 17enne incensurato: tecnicamente, la seconda vittima innocente in meno di un mese. Intanto le indagini vanno avanti e sarebbero a buon punto gli accertamenti gli autori dell’agguato in piazza Italia, dove è stato esploso un solo proiettile perché presumibilmente la pistola si è inceppata. Ad agire erano in tre, ma uno soltanto armato. Forse proprio quest’ultimo pochi minuti dopo avrebbe aggredito un 39enne già noto alle forze dell’ordine in via Rossetti, colpendolo con il calcio della pistola e chissà se anche l’arma da fuoco non fosse la stessa. Ma non è tutto: sul clamoroso episodio, contornato dagli altri due avvenuti in quel drammatico pomeriggio di Fuorigrotta, cala sempre di più l’ombra della droga. Ipotesi che avrebbe soppiantato la pista del “pizzo” sui parcheggi. La zona contesa va dalla grotta a piazzale Tecchio, storicamente sotto l’influenza del clan Troncone. Ma l’arresto del ras Vitale e del figlio Giuseppe, tuttora detenuti, avrebbe rimescolato le carte e un gruppo di giovani emergenti collegati ad altri quartieri vorrebbe conquistare le piazze di spaccio fisse e mobili. Cosicché nel mirino sarebbe finito un rappresentante della vecchia guardia, bersaglio della spedizione armata in piazza Italia. Gli investigatori l’avrebbero già identificato e nel frattempo cercano di capire il perché dell’aggressione nella vicina via Rossetti, pochi minuti dopo, al 39enne colpito con il calcio di una pistola da un uomo in motocicletta con il volto coperto dal casco. Va sottolineato che l’uomo, conosciuto dagli investigatori ma mai accusato di camorra, nella vicenda è vittima e la sua aggressione potrebbe essere maturata in tutt’altri contesti, finanche ipotizzando un errore di persona. La successione degli eventi e la vicinanza tra piazza Italia e via Rossetti porterebbe, come logica, a pensare a un seguito del raid tra la folla di mamme e bambini vicino alle giostrine. Ma le immagini delle telecamere di sorveglianza, che non erano non puntate sulla scena del crimine, non aiutano a chiarire il giallo e solo il prosieguo delle indagini potrà farlo. Resta anche il dubbio, tra gli investigatori, sulle intenzioni dei malviventi entrati in azione. Da una serie di elementi emergerebbe anche una volontà di intimidazione oltre che di uccidere.

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