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Fitti non riscossi, buco di 283 milioni nelle casse del Comune

Fitti non riscossi, buco di 283 milioni nelle casse del Comune

Corte dei Conti, inviti a dedurre per 15 tra ex e attuali dirigenti del Comune e di Napoli Servizi

NAPOLI. Affitti non riscossi per un ammontare di 283 milioni dal Comune di Napoli: tutti riferiti al patrimonio immobiliare dell’ente e che non saranno mai riscossi. È quanto svelato dalla Procura della Corte dei Conti della Campania, procuratore Antonio Giuseppe, sostituti Davide Vitale e Ferruccio Capalbo, che ha notificato 15 inviti a dedurre nei confronti ex e attuali dirigenti comunali e della Napoli Servizi: si tratta di Domenico Allocca, Andrea De Giacomo, Salvatore Palma, Ciro Turiello, Daniela Balletti, Rosario Tarallo, Domenico Gagliardi, Fabrizio Siciliano, Dario Savoia, Attilio Auricchio, Maria Aprea, Tiziana Di Bonito, Natalia D’Esposito, Fabio Pascapè e Fabio Piero Fracasso. Il tutto per una danno erariale di oltre un milione di euro nell’ambito della prima parte di un’inchiesta della magistratura contabile relativi a immobili commerciali, circa una decina tra Ponticelli, San Carlo all’Arena, Chiaia, corso Umberto, Toledo, Pendino e Forcella che sarebbero stati dati in fitto a società poi fallite. Solo per questa tipologia l’ammanco nelle casse comunali ammonterebbe a circa 80 milioni di euro. Ma accertamenti sarebbero in corso anche su alcuni locali affittati a partiti politici e strutture religiose. Il tutto in quadro generale che vede il Comune in difficile momento dal punto di vista finanziario e che vede l’erogazione dei fondi stanziati nel Patto per Napoli subordinata a una gestione corretta del patrimonio immobiliare. Secondo quanto emerso dagli accertamenti compiuti dalla polizia. Dagli accertamenti eseguiti dalla Polizia municipale di Napoli sotto lo stretto coordinamento dei pm titolari delle indagini, è emerso che le società che avevano ricevuto in locazione gli immobili dalla Napoli Servizi che, anche se in maniera vana, aveva notificato le costituzioni in mora, sono quasi tutte fallite e questo ha comportato la perdita dei crediti vantati. Con un ulteriore elemento, ovvero che i locali sono stati occupati da altre società che però non avrebbero mai corrisposto fitti al Comune. Tra l’altro, come rilevato anche dalla Procura contabile, chi ha potuto beneficiare, nel corso degli anni, del fatto di svolgere la propria attività negli immobili comunali non corrispondendo il canone di locazione ha avuto un indubbio vantaggio nei confronti di chi, invece, pagava regolamente un fitto. Configurando, in questo modo, una concorrenza sleale. Le segnalazioni della magistratura contabile, va però sottolineato, hanno generato la produzione di un effetto conformativo perché l’amministrazione comunale ha avviato verifiche di occupazioni abusive presso diversi locali commerciali.

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