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Clan Sorianiello in frantumi, inflitti tre secoli di reclusione

Clan Sorianiello in frantumi, inflitti tre secoli di reclusione

Mazzata ai narcos della “99”: 20 anni a testa per Sorianiello e Mazzaccaro. Pochi sconti in primo grado ed è ancora caccia al rampollo della cosca

NAPOLI. Fiumi di droga al rione Traiano, prima stangata giudiziaria per ras e pusher del clan Sorianiello di via Catone che, nonostante la scelta del rito abbreviato, rimediano 25 condanne per un ammontare di oltre tre secoli di reclusione. Le pene più severe sono state, neanche a dirlo, quelle inflitte ai capi e promotori dell’organizzazione, che hanno incassato 20 anni di carcere a testa: su tutti il boss Alfredo Sorianiello, elemento di spicco della cosca insieme al figlio Simone Sorianiello, sfuggito alla retata di settembre scorso e ancora oggi irreperibile. Anche per lui potrebbe però arrivare presto la resa dei conti con la giustizia.

Tornando invece al verdetto di ieri, questa, nel dettaglio, la sentenza pronunciata dal gip, che ha disposto una sola assoluzione e “graziato” una manciata di imputati, per i quali è stato riconosciuto il vincolo della continuazione con altre, precedenti sentenze: Emanuele Bevilacqua, 14 anni e 11 mesi; Raffaele Caprio, 20 anni in continuazione; Nicola Caruso, 16 anni e 3 mesi; Simone Cimarelli, 19 anni e 7 mesi in continuazione; Paolo Ciotola, difeso dall’avvocato Luca Mottola, 8 mesi in continuazione; Alberto Cirillo, assolto; Gabriele D’Ambrosi, 11 anni e 2 mesi; Ciro D’Amico, 2 anni e 5 mesi; Francesco De Pasquale, 12 anni e 8 mesi; Silvio De Rosa, 14 anni e 2 mesi; Antonio Di Napoli, 20 anni in continuazione; Carmine Fenderico, 20 anni; Domenico Fontana, 3 anni e 10 mesi; Pasquale Forte, 12 anni e 6 mesi; Antony Junior Manuel Lopes, difeso dall’avvocato Francesco Buonaiuto, 8 mesi in continuazione; Antonio Marra, 11 anni e 7 mesi; Giuseppe Mazzaccaro, 20 anni; Marco Mosella, 13 anni e 9 mesi; Emanuele Pisa, 2 anni; Antonio Ranieri, 20 anni; Angelo Sansò, 12 anni e 4 mesi; Paolo Sansò, 14 anni e 6 mesi; Alfredo Sorianiello, 20 anni; Alfonso Sorrentino, difeso dagli avvocati Rocco Maria Spina e Bruno Carafa, 14 anni e 6 mesi; Salvatore Vivenzio, 14 anni e 10 mesi; Gennaro Volpe, 20 anni.

La rinascita del clan capeggiato da Alfredo Sorianiello “’o biondo” e dal figlio Simone era giunta al capolinea a settembre scorso, quando i carabinieri del nucleo Investigativo di Napoli hanno fatto irruzione nella “99” dando esecuzione a una maxi-ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 29 indagati (di cui 13 già detenuti, uno deceduto, Giuseppe Gaetano, per cause naturali prima dell’esecuzione delle misure) poiché indiziati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto in luogo pubblico di armi da fuoco, tutti aggravati dalle finalità di agevolazione del clan Sorianiello. L’operazione aveva però mancato due dei principali obiettivi: alla retata sono infatti riusciti a sottrarsi il rampollo Simone Sorianiello e l’emergente broker della cocaina Simone Bartiromo, in seguito catturato. Tra gli arrestati spiccavano invece i nomi di Sorianiello senior e Mazzaccaro, diventato il reggente dell’organizzazione.

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