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27 Aprile 2024 - 08:00
NAPOLI. «In caso di sconfitta alle prossime elezioni amministrative a Firenze, ma non penso di perdere, tornerò a Napoli a gestire il museo di Capodimonte, su questo non c’è dubbio, l’ho detto fin dall’inizio». A dirlo, ai microfoni di Lady Radio il candidato sindaco a Firenze per il centrodestra, Eike Schmidt. Parole che alimentano nuove polemiche politiche tra Pd e FdI. Sandro Ruotolo, della segreteria dem, si rivolge direttamente al candidato sindaco di Firenze: «Napoli non può essere il tuo ripiego. Abbiamo una storia che va rispettata. Il Real Bosco di Capodimonte ne è la testimonianza». E il capogruppo al consiglio comunale di Napoli, Gennaro Acampora, spiega che «una capitale della cultura come Napoli è vista come un ripiego». E il parlamentare Piero De Luca parla di «grave mancanza di rispetto nei confronti di Napoli». La reazione di Fratelli d’Italia non si fa attendere. «Il Pd è così affezionato alle logiche delle poltrone che non conosce neanche le regole del gioco. Eike Schmidt ha vinto un concorso pubblico grazie al suo curriculum e spessore riconosciuto in tutto il mondo. E il Pd vuole negarlo: dopo la campagna contro la Costituzione e la libertà di un cittadino di candidarsi, si impegnano nella battaglia contro la meritocrazia. Sono sempre i soliti» dice la deputata Marta Schifone. Per il senatore Sergio Rastrelli «i sepolcri imbiancati della sinistra polemizzano ancora una volta sulle libere ed insindacabili scelte di un professionista di fama mondiale come Schmidt, preziosa risorsa nazionale. Le strumentali perplessità in merito al suo diritto a godere dell’aspettativa prevista dalla legge sono direttamente proporzionali al timore dei suoi avversari di vederlo meritatamente alla guida della città di Firenze». Luciano Schifone, dirigente nazionale del partito di Giorgia Meloni, replica direttamente ad Acampora che, dice, «nel tentativo di cercare una visibilità a basso costo, prova a cavalcare una sterile protesta priva di qualsiasi senso politico e giuridico. È arrivato a chiedere al ministro e al Governo una punizione per un cittadino italiano che ha esercitato il suo diritto all’elettorato attivo, garantito dalle nostre leggi e dalla Costituzione. L’eccesso di protagonismo può far perdere lucidità. Non si capisce, tra l’altro, perché solo per i magistrati o gli accademici candidati con alcuni partiti di sinistra è stata sempre considerata normale l’aspettativa e, successivamente, non ha provocato alcuno scandalo l’eventuale rientro nelle funzioni pubbliche». Il tutto mentre il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, intervenendo alla Conferenza programmatica di Pescara di FdI, sottolinea che «a Napoli, ha ricordato ancora il ministro, stiamo costruendo la più grande infrastruttura culturale d’Europa: rivitalizzando quello che era stato l’Albergo dei Poveri. Pensate: uno spazio di 140 mila metri quadrati, quando il Louvre è di 90 mila metri quadrati. E non sono annunci: potete vedere il cantiere, è aperto e operativo». L’esponente del Governo, poi, esprime «solidarietà nei confronti dello scrittore Scurati, che conosco e apprezzo, per quando il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, lo cacciò dal Festival di Ravello perché non era conseguente alle sue disposizioni».
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