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29 Aprile 2024 - 09:00
Due tentate rapine e una portata a termine in due ore il 7 gennaio scorso
NAPOLI. Due tentate rapine e una compiuta nell’arco di due ore nella stessa giornata. Se non è un record poco ci manca, messo a segno da Dylan Di Biasi e Antonio Mucci detto “Anthony” il 7 gennaio 2023. La polizia li ritiene responsabili delle aggressioni e di ciò i due giovani emergenti della malavita dei Quartieri Spagnoli dovranno rispondere insieme ad altri reati contestati nell’ordinanza di custodia cautelare emessa ed eseguita l’altra settimana. Il primo è in carcere a Secondigliano, il secondo in Spagna, dove fu arrestato a inizio anno per una rapina di Rolex.
A individuare Dylan Di Biasi e Antonio Mucci come presunti responsabili dei reati predatori dell’anno scorso sono stati i poliziotti della sezione “Omicidi” della Squadra mobile della Questura (dirigente Giovanni Leuci, vicequestore Luigi Vissicchio). Investigatori esperti ai quali non sono sfuggiti alcuni particolari riprese dalle immagini delle telecamere della videosorveglianza di via Manzoni, piazza Sannazzaro e via Materdei. In diversi frame si notano le scarpe Nike indossate dagli autori delle due tentate rapine e da quella compiuta: l’uno aveva ai piedi un paio di colore bianco e rosso, l’altro bianco e nero. Ma non solo: anche i vestiti corrispondono a quelli degli indagati e tra gli indizi raccolti dagli investigatori vanno comprese pure le dichiarazioni delle vittime, ferma restando naturalmente la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva.
L’inchiesta su Dylan Di Biasi e un gruppetto riunito intorno a lui è cominciata in seguito al ferimento di Vincenzo Masiello “’o cucù”, avvenuto all’esterno di un’agenzia di scommesse. Il bersaglio fu bravo a evitare il peggio, abbassando il braccio del pistolero e così il colpo lo prese di striscio a una natica. Era il 5 novembre 2022: da quel giorno i fari degli investigatori della polizia si accesero e le indagini susseguenti si sono condensate nell’ordinanza di custodia cautelare. In manette, oltre al 19enne figlio di Renato “’o faiano” (nome storico della malavita napoletana), sono finiti il 22enne Vittorio Sorriente e un 18enne, A.M., all’epoca dei fatti minorenne.
Nell’inchiesta compare anche Antonio Mucci detto “Anthony”, 21enne, ancora detenuto in Spagna. L’evento è da ricondurre alla mira espansionistica del gruppo di giovani ambiziosi che volevano ritagliarsi il loro spazio all’interno delle dinamiche criminali dei Quartieri Spagnoli. Infatti nel corso degli accertamenti è emerso che essi si dedicavano a reati contro il patrimonio avendo tra l’altro un’ampia disponibilità di armi. La base operativa di Di Biasi, Sorriente, Mucci e del minorenne era vico Lungo San Matteo, controllato addirittura militarmente. Infatti l’inchiesta ha cristallizzato che gli indagati erano costantemente armati di pistola, per evitare attacchi da componenti di altri gruppi antagonisti, e hanno in più occasioni perquisito i cittadini che non conoscevano, in particolare nelle ore notturne, mentre transitavano nella loro zona di influenza.
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