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04 Maggio 2024 - 08:00
NAPOLI. Fiumi di droga, soprattutto hashish e cocaina, dalla Spagna e dall’Olanda, la procura non perde tempo e ottiene nel giro di pochissimi mesi il processo per alcuni dei componenti della holding di narcotrafficanti capeggiata dall’ex ras scissionista Bruno Carbone, oggi collaboratore di giustizia. Gli imputati, dal canto loro, provano a limitare i danni in caso di condanna e chiedono in massa di essere giudicati con il rito abbreviato. Processo sprint dunque per Francesco Addamiano, Bruno Carbone, Giovanni Cortese, Errico D’Ambrosio, Daniela Della Monica, Salvatore Della Monica, Vincenzo Della Monica, Raffaele De Sica, Nicola Di Casola, Carlo Esposito, Domenico Fontana, Roberto Merolla, Michele Nacca, Alessio Onorato, Antonio Pagliarani, Antonio Pinto, Emanuele Pisa, Giuseppe Rocco, Sebastiano Romeo, Antonio Rossi e Domenico Stefanelli. L’appuntamento nell’aula bunker della casa circondariale di Poggioreale è fissato per lunedì mattina, quando i 21 imputati saranno attesi per la celebrazione dell’udienza camerale. Toccherà poi al collegio difensivo intavolare la migliore strategia per provare ad aprire una breccia in un quadro indiziario fin qui rivelatosi granitico. Tra gli avvocati difensori si segnalano i penalisti Leopoldo Perone, Rocco Maria Spina, Antonio Rizzo, Claudio Davino, Luca Mottola, Giuseppe Perfetto e Stefano Sorrentino. Il processo trae spunto dall’inchiesta culminata dal blitz di gennaio scorso, quando in manette finirono quasi trenta persone. I carabinieri del comando provinciale di Napoli, coordinati dalla Dda, hanno ribattuto con investigazioni ad alto livello e hanno azzerato i due gruppi che agivano sull’asse Barcellona-Amsterdam-Napoli. Ben 29 indagati sono stati i destinatari di altrettante misure cautelari e tra essi spiccavano nomi noti alle forze dell’ordine come Giovanni Cortese “’o cavallaro” di Secondigliano, storico fedelissimo dei Di Lauro, Carlo Esposito “’o chiatto” di Pianura e Vincenzo Della Monica “’o Gabibo Just”. Tra coloro per i quali non è scattato il provvedimento restrittivo c’era Giuseppe Mazzaccaro, “Peppe della 99”, articolazione territoriale dei Sorianiello. La droga, soprattutto hashish e cocaina in quantità industriale, era ordinata e acquistata attraverso una serie di comunicazioni tra sodali con criptofonini inizialmente inattaccabili. Poi la rete “Encrochat” è stata bucata nel corso delle indagini per rintracciare Bruno Carbone, latitante di lusso a Dubai e braccio destro del re del narcotraffico Raffaele Imperiale, e le intercettazioni hanno permesso agli inquirenti di risalire ai due gruppi, separati nelle attività illecite ma in affari tra loro. Nell’inchiesta compare anche il Parco Verde di Caivano. Nel primo gruppo di narcos figuravano, come capi e promotori, Vincenzo Della Monica e Salvatore Della Monica. Per l’altra organizzazione i referenti erano Simone Bartiromo, Roberto Merolla e Giovanni Cortese. Le accuse, associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e detenzione di droga.
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