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06 Maggio 2024 - 08:28
NAPOLI. Riscossioni crediti a suon di minacce e botte, gli ultimi reggenti del clan Mazzarella subito alla sbarra. Dopo la retata di fine gennaio, la procura antimafia non ha infatti perso tempo e ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per sette presunti esponenti della cosca con base tra il centro storico di Napoli e la periferia est: Luciano Barattolo, Antonio Bonavolta, Pasquale Buonerba, Vincenzo Caldarelli, Pasquale Casaburro, Salvatore Di Caprio e Cristian Nunziata. L’appuntamento in aula è fissato per il 10 giugno davanti alla undicesima sezione penale, ma entro quella data il collegio difensivo (avvocati Leopoldo Perone, Sergio Lino Morra Carlo Ercolino, Giuseppe Milazzo, Immacolata Romano, Mauro Zollo, Rosario Arienzo e Michele Caiafa) potrebbe optare per un’altra strategia: la richiesta, per i propri assistiti, del rito abbreviato. Nella ricostruzione della Dda è emerso che alla vittima erano state date somme non dovute: 30mila euro e 3.500 per lavori di ristrutturazione eseguiti solo in parte. Tant’è vero che agli arresti, sia pure ai domiciliari, erano finite pure coloro che avevano dato il via all’operazione recupero nel quartiere Poggioreale e alle Case Nuove. A dar loro manforte nella primavera scorsa sono scesi in campo personaggi emergenti di malavita: Luciano Barattolo detto “Lucianello” (imparentato con i ras del rione Luzzatti attraverso Salvatore Barile “Totoriello”, estraneo alla vcicenda), Pasquale Buonerba “Frank Costello” (fratello del presunto assassino di Emanuele Sibillo) e Vincenzo Cardarelli “Lulù”. Nell’inchiesta erano coinvolte 14 persone, di cui 13 agli arresti e una a piede libero. Le accuse, a seconda delle varie posizioni, vanno dalla tentata estorsione alle lesioni personali, reati CAMORRASpedizione punitiva per il recupero di 33.500 euro, alla sbarra sette imputati Minacce e botte al costruttore, i nuovi Mazzarella a processo aggravati dal metodo mafioso per la vicinanza della maggior parte degli indagati cartello criminale camorristico Mazzarella-Caldarelli-Buonerba, forte in particolare a Forcella, San Giovanni, Poggioreale e Case Nuove. Ai domiciliari era finito anche Massimo Damiano, oltre a Lucia Basile e Roberta Fallace. Luigi Prisco invece era l’unico libero. Le indagini sono state condotte dai poliziotti della Squadra mobile della questura. Investigatori esperti che hanno raccolto la denuncia del titolare di un’impresa edile. Quest’ultimo ha raccontato di essere stato minacciato e picchiato perché non voleva versare 30mila euro a Luisa Basile (che si sarebbe rivolta a Luigi Prisco, il quale avrebbe chiesto un intervento a Vincenzo Caldarelli) e 3.500 a Roberta Fallace (che insieme a un congiunto stretto si sarebbe rivolta a Cristian Nunziata). Le donne, pur avendo ottenuto dal costruttore la restituzione di una parte della somma, ritenevano di aver diritto a un’altra somma. Per cui la vittima, accusata di essere un truffatore, fu aggredita, e picchiata in strada. Le investigazioni hanno ricostruito il contesto in cui è maturata la vicenda e sono spuntati tutti i protagonisti. Tra essi, Emanuele Di Clemente, Pasquale Casaburro, Antonio Bonavolta e Salvatore Di Caprio “Cioccolata”.
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