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06 Maggio 2024 - 12:03
Una donna interdetta al voto, figlia del capoclan ergastolano, aveva chiesto 30 copie di tessere elettorali, alcune con deleghe false. È partita così l'inchiesta dell'Antimafia sul voto di scambio alle elezioni del Comune di Cercola, alle porte di Napoli. Antonietta Ponticelli, rappresentante della lista Europa Verde, già condannata per associazione mafiosa e figlia dell'ergastolano Gianfranco Ponticelli, sarebbe uno dei volti dell'inchiesta, una seconda parte di quella sulle elezioni regionali del 2020 sempre nella stessa zona.
A confermarlo è il colonnello Pantaleone Grimaldi, comandante del Gruppo carabinieri di Torre Annunziata. Nel quartiere Caravita di Cercola, il clan Fusco-Ponticelli avrebbe "messo all'asta la democrazia". Con l'aiuto del fratello Sabino consigliere delle sesta municipalità di Napoli, la candidata consigliera Giusy De Micco avrebbe acquistato un pacchetto di 60 voti per 1800 euro. Dunque, 30 euro a presenza. Lei, non eletta e a sostegno del candidato sindaco perdente al ballottaggio, Sabino. 60 voti, 30 euro. Non tutti votano, alcuni hanno ricevuto più soldi da altri.
«I clan coinvolti non sono di Cercola, ma si impegnano per avere un referente nell'amministrazione comunale che possa essere disponibile per qualsiasi esigenza» spiega il colonnello Grimaldi. Nel corso delle indagini è stato registrato «lo stress da parte degli indagati, che non riescono ad avere la certezza che l'investimento sia stato fruttuoso. Alcuni pensano di utilizzare i telefonini per avere la certezza del voto, ma c'era forte vigilanza ai seggi e rinunciano». Molti voti non sarebbero andati alla candidata prescelta perché alcuni non si sarebbero recati alle urne dopo aver ricevuto i 30 euro, altri avrebbero votato un candidato differente perché avrebbero.l ricevuto un'offerta maggiore. Registrata la detenzione di armi, utilizzate per azioni di fuoco.
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