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10 Maggio 2024 - 08:00
Pomeriggio di sangue tra Capodimonte e Secondigliano: ipotesi botta e risposta
NAPOLI. Due sparatorie, quattro feriti, l’ipotesi di un collegamento che con il passare delle ore ha perso consistenza, pur se ancora non è esclusa. È stato un pomeriggio di sangue in corso Amedeo di Savoia, nella parte più vicina a Capodimonte, e a Secondigliano. Con una circostanza particolare: tutte le vittime, delle quali una sola in prognosi riservata, hanno precedenti per reati contro il patrimonio. Il più conosciuto, soprattutto perché il padre era vicino ai Licciardi e fu ucciso nel 2014, è Mariano Errichelli, 24enne colpito alle gambe e adesso ricoverato al Cto. Mentre si trovano all’ospedale dei Pellegrini Gennaro Esposito, 60enne dei Tribunali, unico per il quale i medici si sono riservati la prognosi; Antonio Russo di 56 anni e Vincenzo Grandelli di 58, entrambi originari dei Quartieri Spagnoli. L’allarme è scattato a poca distanza di tempo, ma con due segnalazioni diverse. La prima è arrivata intorno alle 18 dal Cto, dove per ferite da colpi d’arma da fuoco era appena giunto Mariano Errichelli. Pochi minuti e alla struttura sanitaria di viale Colli Aminei sono accorsi i carabinieri del Nucleo radiomobile di Napoli e i colleghi della stazione di Secondigliano. Il 24enne, comprensibilmente sotto choc, non avrebbe fornito indicazioni previse sul luogo della sparatoria nei suoi confronti. Ma i militari dell’Arma ritengono che l’agguato sia scattato nel quartiere Secondigliano. Ovviamente è presto per ipotizzare un movente, ma dalla dinamica sembrerebbe che i malviventi entrati in azione non volessero ucciderlo. Poco dopo dall’ospedale dei Pellegrini è giunta notizia, attraverso il 113, che erano stati accompagnati con mezzi privati 3 uomini feriti, di cui uno più grave in quanto colpito all’addome: Gennaro Esposito. Gli altri invece sono stati centrati, sempre da pistolettate, agli arti superiori e inferiori in maniera non pericolosa. Per il primo i medici si sono riservati la prognosi, ma anche per lui non temono per la vita. Sono partite le indagini, condotte dai poliziotti della Squadra mobile della questura, e si è capito che l’agguato era stato compiuto in corso Amedeo di Savoia, dove i tre si trovavano insieme. Anche in questo caso per gli investigatori, pur se esperti, è difficile capire il motivo per il quale Gennaro Esposito, Antonio Russso e Vincenzo Grandelli siano finiti nel mirino tutti e tre. A meno che il bersaglio dell’agguato non fosse soltanto il 60enne dei Tribunali e ciò spiegherebbe perché è quello rimasto ferito seriamente. Al momento polizia e carabinieri stanno procedendo separatamente, circostanza che fa effettivamente pensare a episodi distinti e non collegati. Ma l’eventuale collegamento potrebbe derivare dai precedenti di polizia simili a carico delle quattro vittime dei due raid. In tal caso si potrebbe ipotizzare un “botta e risposta” rapido. Comunque va anche considerata l’età: avanzata per Esposito, Russo e Grandelli; decismente giovane per Mariano Errichelli. Quest’ultimo è il figlio di Antonio Errichelli detto “o’ cinese”, assassinato in corso Secondigliano nel 2014.
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