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10 Maggio 2024 - 08:00
NAPOLI. Alta tensione tra i vicoli del Cavone di piazza Dante, dove il clan egemone nella zona potrebbe tornare ad alzare la testa. Complice una scarcerazione a dir poco eccellente, quella del rampollo Francesco Lepre, 24enne figlio del defunto boss Ciro Lepre “’o sceriffo”. Indicato come uno dei reggenti della cosca dopo la scomparsa del genitore, il giovane presento ras ha ottenuto gli arresti domiciliari a Mantova dopo la recente condanna al ribasso rimediata in secondo grado. Accusato di estorsione, Francesco Lepre aveva incassato 6 anni nel rito abbreviato. Pena poi ridotta a 5 anni nel successivo grado di giudizio. La quarta sezione della Corte d’appello di Napoli, accogliendo l’istanza dei difensori di Lepre jr, gli avvocati Domenico Dello Iacono e Claudio Davino, ha quindi concesso al rampollo la possibilità di lasciare il carcere, ritenendo ormai attenuante le esigenze cautelari. Sta in due informative, una della polizia e l’altra dei carabinieri, il retroscena degli arresti che un paio di anni fa hanno decapitato il clan Lepre del Cavone, tornato forte dopo un periodo di crisi susseguente alla morte per malattia del boss Ciro “’o sceriffo”. In entrambe le relazioni si individuano il luogo di ritrovo degli uomini del gruppo malavitoso e i componenti, con tanto di annotazione degli incontri con esponenti dei Masiello e Saltalamacchia dei Quartieri Spagnoli. Così le operazioni a ripetizione tra fine giugno e inizio luglio 2022 della Squadra mobile della questura hanno permesso di identificare i presunti autori di varie estorsioni. Ecco alcuni passaggi delle informative: «Il capo storico è stato Ciro Lepre, morto a settembre 2018. Il vuoto di potere, creatosi di conseguenza, veniva colmato dal figlio Francesco Lepre, dai fratelli di lui (Ciro, ndr) Patrizio “’o ninnill” e Luigi “’o cinese”. In particolare questi ultimi due assumevano posizioni di vertice nell’organizzazione criminale. Il clan si è arricchito di altri partecipanti tra cui Salvatore Cianciulli detto “Masaniello” (cognato di Ciro Lepre), Giuseppe Lepre (figlio di Luigi) e Salvatore Casertano (cognato di Luigi Lepre)». Scriveva la Squadra mobile in un’informativa inviata alla Dda, allegata all’ordinanza di custodia cautelare che aveva coinvolto Salvatore Cianciulli, Gianluca Testa “’o fagian”, Francesco Lepre, Emanuele Testa (figlio di Gianluca) e anche Salvatore Festa “’o kikk”. «Attualmente il gruppo è composto in massima parte dagli appartenenti alla famiglia Lepre, i cui vertici si identificano in “’o cinese” e “’o ninnill” e nei fratelli Cianciulli, Salvatore “Masiello” e Luigi, fratelli di Vincenza Cianciulli, moglie di Ciro Lepre “’o sceriffo”. I poliziotti della Mobile avevano pure sottolineato le figure di Gianluca Testa e Raffaele Martucci, «impegnati rispettivamente nel controllo del territorio e nella gestione dei traffici di sostanze stupefacenti». Recenti investigazioni dei carabinieri della compagnia Napoli centro avevano evidenziato che proprio Cianciulli avrebbe poi acquisito il comando del gruppo camorristico.
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