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11 Maggio 2024 - 09:33
Racket e minacce a Ponticelli, catturato anche il quarto uomo del commando. In manette il 24enne Salvatore De Martino: insieme ai tre complici è accusato di aver agito per il clan Casella
NAPOLI. Pestaggio dell’ex pusher che non voleva più scendere a patti col “sistema”, fuga finita per il quarto uomo del commando ritenuto dagli inquirenti vicino al clan Casella di via Franciosa, quartiere Ponticelli. Volevano costringerlo a vendere un ingente quantitativo di hashish e, se non lo avesse fatto, pretendevano da lui la consegna della sua auto, o della sua casa popolare o di 10mila euro. E quando la vittima si rifiutò di fare tutto questo, lo picchiarono selvaggiamente davanti alla moglie e i figli minorenni. In tre, lo scorso 9 aprile, furono arrestati in tre; ieri mattina è toccato al quarto complice, il 24enne Salvatore De Martino, originario di Massa di Somma.
Tutti, secondo le indagini, sono collegati al clan Casella di Ponticelli. La vicenda è venuta allo scoperto grazie alla denuncia della vittima, un 45enne del quartiere orientale di Napoli. Si presentò in caserma, dai carabinieri, con il volto tumefatto e sanguinante e raccontò cosa gli era accaduto. Da lì sono partite le indagini ed oggi il cerchio si è chiuso. I quattro sono accusati dei reati di estorsione aggravata, rapina, lesioni personali, porto abusivo di una pistola e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, reati aggravati dal metodo mafioso. Prima lo avevano convocato nella zona controllata dal clan, “aret ’a Barra” vicino all’Asl di Ponticelli, poi erano andati a casa sua e infine l’avevano picchiato perché aveva detto no alla loro richiesta: spaccia per noi oppure dacci 10 mila e le chiavi dell’abitazione. Ma il 45enne vittima della tentata estorsione con l’aggravante mafiosa ha tenuto duro e già poche ore dopo varcava la soglia della caserma dei carabinieri raccontando tutto.
Le indagini, partite l’1 marzo scorso, sono giunte a tempo di record a una prima svolta già a inizio aprile con gli arresti dei tre presunti responsabili: Giuseppe Musella detto il “figlio di Ciro Ciro”, 23 anni; Emanuele Russo, 25enne soprannominato “Folletto”; Daniele Frassanito, 18enne detto “’o creaturo” e “faccia d’angelo”. Tutti ritenuti vicini al gruppo Casella di via Franciosa, alleato dei De Luca Bossa e dei Minichini in contrapposizione ai De Micco. Sono stati i carabinieri della tenenza di Cercola, coordinati dalla procura antimafia, a risolvere brillantemente il caso e a eseguire la doppia ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip nei confronti dei quattro indagati, a seconda delle varie posizioni, per tentata estorsione aggravata, rapina, lesioni personali, porto abusivo di una pistola e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. In particolare del primo episodio, la bussata al citofono con l’invito a recarsi “aret ’a Barra” maneggiando una pistola, rispondono sia Musella che Russo e Frassanito. Del pestaggio nell’abitazione dell’uomo, in via dei Mosaici, e della detenzione di hashish sono invece accusati soltanto i primi due. Gli accertamenti sono iniziati l’1 marzo, quando la vittima si è recata in caserma con il volto tumefatto e sanguinante. Ha riferito ciò che era accaduto in casa alla presenza della moglie, che ha confermato, e dei figli piccoli.
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