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Sistema Puca, condannati i fratelli Cesaro

Sistema Puca, condannati i fratelli Cesaro

NAPOLI. Concorso esterno in associazione mafiosa, raffica di condanne in primo grado, per un ammontare di oltre 220 anni di reclusione, e tra le pene comminate dalla terza sezione collegio del tribunale di Napoli spiccano quelle inflitte ai fratelli Cesaro: 10 anni e 6 mesi per Aniello Cesaro e Raffaele Cesaro; 11 anni per Antimo Cesaro. Passa dunque la linea della procura, a proposito delle presunte infiltrazioni mafiose nel Comune di Sant’Antimo.

Queste nel dettaglio le condanne disposte dai giudici di primo grado al termine del dibattimento: Pasquale Puca, 5 anni e 6 mesi; Lorenzo Puca, 13 anni e 6 mesi; Luigi Puca, 11 anni; Puca Luigi (classe 1995), 11 anni e 6 mesi; Luigi Abbate, 5 anni e 6 mesi; Agostino Russo, 15 anni e 9 mesi; Camillo Petito, 15 anni e 2 mesi in continuazione; Francesco Belotti, assolto; Cesario Bortone, 13 anni e 8 mesi; Francesco Scarano, 13 anni e 4 mesi in continuazione; Aniello Cesaro, 10 anni e 6 mesi; Raffaele Cesaro, 10 anni e 6 mesi; Antimo Cesaro, 11 anni; Francesco Di Lorenzo, 16 anni e 7 mesi in continuazione; Raffaele Di Lorenzo, 8 anni e 7 mesi; Stefano Di Lorenzo, 10 anni; Claudio Valentino, 10 anni; Corrado Chiariello, assolto; Nello Cappuccio, 11 anni e 5 mesi; Raffaele Femiano, 11 anni e 10 mesi in continuazione; Alessandro Ranucci,, 9 anni e 3 mesi; Filippo Ronga, 13 anni e 8 mesi; Ferdinando Pedata, 4 anni; Francesco Di Spirito, 10 anni e 5 mesi.

L’indagine condotta dai carabinieri aveva svelato le infiltrazioni del clan Puca nel Comune di Sant’Antimo. Ed è proprio con il boss Pasquale Puca che i fratelli Cesaro avrebbero intrecciato rapporti affaristici. Antimo Cesaro, attraverso la gestione del centro polidiagnogistico “Igea”, avrebbe realizzato una società occulta con Puca, consentendogli di reimpiegare i proventi delle attività illecite e ottenendo di riflesso «protezione da ogni interferenza ambientale», così da «operare in tranquillità» nelle ulteriori iniziative imprenditoriali riconducibili ai fratelli Aniello e Raffaele.

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