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15 Maggio 2024 - 08:35
NAPOLI. È stata incentrata sulla lite per futili motivi sfociata in sparatoria, l’udienza di ieri del processo sull’omicidio di Francesco Pio Maimone, il giovanissimo aspirante pizzaiolo ucciso nelle prime ore del 20 marzo 2023 sul lungomare di Mergellina da un proiettile vagante. In particolare, sono stato ascoltati quattro ragazzi del gruppo con cui colui che viene indicato dalla Procura come l’assassino, Francesco Pio Valda, litigò quella notte. Confermata da uno dei testimoni la genesi della lite: un drink, versato sulle costose scarpe di Valda e poi anche un pestone. Un altro teste ha anche confermato che Valda era armato in quanto lo ha visto puntargli una pistola contro quando erano a una distanza di appena 7-8 metri. Tutti e quattro i testi si sono mostrati non poco reticenti rispondendo alle domande che gli venivano poste e il pm è stato costretto più volte a sollevare delle contestazioni. «Al momento dell’esplosione dei colpi non ho capito più nulla perché mi sono spaventato», ha detto uno dei testi, aggiungendo: «Mi ricordo che la pistola era piccola e nera... mentre io lo prendevo a parolacce per quello che stava facendo, lui mi ha puntato la pistola in faccia da circa 7-8 metri, poi è scappato dicendo a qualcuno di prendere l’auto». È stato inoltre acquisito dai giudici della prima sezione della Corte d’assise il verbale di uno dei testimoni ascoltati nelle scorse udienze il quale ha affermato, tra l’altro, di avere appreso dalla viva voce dell’imputato, incontrato quella notte quando è ritornato nel suo quartiere, a Barra, che aveva sparato: «L’abbiamo incontrato... mi ha detto di avere sparato con un revolver 38 special prima due colpi in aria, perché gli gridavano che la pistola era a salve e lui per dimostrare che invece era vera ha sparato nel vetro di una 500X parcheggiata». A tenere banco c’è però anche un’altra questione: le iniziative di Palazzo San Giacomo per ricordare lo sfortunato ragazzo di Pianura. «Siamo molto amareggiati per il comportamento del Comune di Napoli che per la quarta volta ci ferisce senza motivo. Il sindaco ci aveva promesso di provvedere alle spese della cremazione, ma poi nulla di fatto; in seguito avevano individuato uno spazio per Pio nel cimitero di Pianura, ma l’area è risultata inidonea poiché sotto passava l’acqua piovana; poi ci hanno promesso uno stele da installare sulla tomba di cui non abbiamo ancora nessuna notizia. Ora, infine, il giorno prima dell’inaugurazione del centro che gli doveva essere intitolato veniamo a sapere che non l’intero centro, ma solo una delle aule ricorderà Francesco Pio. Una decisione che, a nostro avviso, vanifica del tutto il segnale che si voleva dare ai ragazzi del quartiere». A denunciare l’episodio è l’avvocato Sergio Pisani, legale della famiglia di Francesco Pio Maimone. La replica del Municipio non si è però fatta attendere: «La decisione dell’amministrazione comunale di intitolare a Francesco Pio una sala della Casa della Cultura e dei Giovani intendeva dare in tempi rapidi un segnale forte anche in vista dell’importante fase processuale».
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