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18 Maggio 2024 - 15:21
CASTELLAMMARE DI STABIA. La periferia degradata del Rione CMI di Castellammare di Stabia, ma anche quella dell'eccellenza dei canottieri olimpionici e campioni mondiali formati dallo storico Circolo Nautico Stabia. E la città del cantiere navale borbonico, che proprio questa mattina ha varato la nave militare "Atlante".
Il ministro dello Sport e dei Giovani, Andrea Abodi, ha assistito al varo dalla banchina al porto, mescolato ai cittadini stabiesi assiepati su ogni angolo adatto a gustare lo spettacolo del "battesimo del mare" dell'unità della Marina, da 450 milioni di euro.
Abodi è rimasto estasiato nel contemplare le storiche canoe in legno che hanno segnato la gloria del podio dei mitici fratelli Abbagnale, di Peppeniello Di Capua e di Ciccio Esposito, nove titoli mondiali e primo atleta italiano a cui è stato assegnato il Premio Keller, riconoscimento internazionale della FISA (1996).
Varo e canottieri, Sport e lavoro, per il ministro Abodi «insieme concorrono a una buona prospettiva per il futuro, entrambi indispensabili per il benessere collettivo». Sul dato dei 120mila ragazzi che ogni anno lasciano l'Italia e soprattutto il Sud, Abodi ha rilevato che il dato negativo è nel fatto che si tratta di giovani «che non ritornano» e per i quali il Governo vuole «creare condizioni affinché vadano per formarsi l'esperienza, ma trovare condizioni per farli ritornare».
Lo sport, come valore per unire e non dividere «è lo strumento che deve passare sempre più da dichiarazione di intenti a una pratica sempre più quotidiana, efficace e diffusa, perché tutto lo spettro del disagio sociale che porta a devianze e disuguaglianze lo sport lo può attutire, limitare, contrastare. Compresi gli aspetti della discriminazione in tutte le sue forme, dall'antisemitismo, il razzismo, ma anche quello territoriale. La nostra è una società che deve non soltanto essere inclusiva, ma deve essere coesa, mediante il rispetto delle persone. E lo sport deve dare il suo buon esempio. Vale per i protagonisti dello sport prima di tutto. Ma anche per chi partecipa ai grandi eventi sportivi. Vediamo ancora tante volte negli stadi comportamenti in campo e in tribuna che non adeguati. Il nostro è un impegno sistematico, anche con regole più stringenti che consentano di allontanare i soggetti che che non rispettano queste regole. La possibilità di tracciare il Daspo perché rimanga nel percorso di vita delle persone affinché non sia semplicemente un buffetto. Ma questo per responsabilizzare sempre più chi va in campo Ma non solo per il calcio. Il valore dello sport è anche educativo, del quale parla la Costituzione, che viene riconosciuto ma che deve essere praticato e testimoniato. Credo che le parole siano importanti ma molto più lo siano i fatti, e per questo noi mettiamo in essere una regia con il ministro dell'Istruzione, il ministro delle Università, il Ministro dell'Interno. Perché lo sport si affermi sempre di più per la corrispondenza dei valori predicati rispetto a aquelli praticati nella vita quotidiana».
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