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Castellammare di Stabia, il restauro dei cannoni borbonici, l’ok di Andrea Annunziata

Castellammare di Stabia, il restauro dei cannoni borbonici, l’ok di Andrea Annunziata

Il presidente della Port Authority dalla parte della Fondazione il Giglio, delle imprese e del Circolo Nautico Stabia: «Ben venga: la passione storica trasmette ottimismo»

CASTELLAMMARE DI STABIA. La proposta di recuperare i cannoni borbonici che difendevano il Cantiere Navale e il Porto di Castellammare di Stabia coinvolge studiosi, associazioni culturali ed imprenditori e trova un interlocutore nel presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Andrea Annunziata. È la sintesi del Convegno che si è svolto al Circolo Nautico Stabia, introdotto dal presidente Antonio De Sinno e coordinato dalla giornalista Rosa Benigno. Abbandonati in un capannone della Capitaneria di Porto, incrostati di ruggine e usura del tempo, ma sempre identificabili - come ha spiegato l’ammiraglio Pio Forlani, dell’Anmi  «grazie al monogramma del re e alla matricola che recano incisi e parte della identità essenzialmente marittima di Castellammare», saranno esaminati da una restauratrice per una stima di costi e  tempo necessario al recupero. Lo ha annunciato Luisa Del Sorbo, manager di Stabia Main Port, che ha accolto l’appello della Fondazione Il Giglio lanciato a febbraio sulla pagina del ROMA “Le radici del Sud”. «Già adesso - ha detto l’imprenditrice - l’utenza internazionale degli yacht che attraccano nel porto turistico acquista la produzione delle nostre Corderie. Faremo una valutazione sulla disponibilità economica e l’interesse delle imprese». Piero Caserta, dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, ha portato il saluto del prefetto Cannizzaro della Commissione straordinaria al Comune, e ha inquadrato il restauro dei cannoni nella identità da trasmettere alle nuove generazioni. Studiosi ed esperti hanno rievocato l’ultima pagina di Storia legata ai cannoni: l’assalto respinto di una nave di garibaldini e soldati piemontesi al vascello Monarca nella notte tra il 13 e il 14 agosto 1860. La ricostruzione dell’ingegnere navale Lucio Militano e un dipinto del pittore messinese Salvatore Serio smentiscono la versione risorgimentale. Lo storico Catello Vanacore ha raccontato come nel 2003 riuscì ad impedire che due cannoni fossero avviati alla distruzione. Il peggio fu evitato, ora si tratta di recuperarli. Andrea Annunziata, dice che «la passione storica trasmette ottimismo» e pensa a una collocazione dei cannoni restaurati nella grande piazza prevista dal Piano regolatore portuale «al posto delle brutture dei Silos e dei magazzini del sale... magari - aggiunge - con un parcheggio sotterraneo» e dà appuntamento a dopo le elezioni, quando ci sarà una nuova amministrazione». 

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