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Di Vito: «Monitoraggio e corretta informazione»

Di Vito: «Monitoraggio e corretta informazione»

Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv: «Esperti in campo per la sicurezza dei cittadini. Occorre verificare l’effetto dei terremoti sulle strutture dei fabbricati»

NAPOLI. «La deformazione della crosta terrestre non si arresta e continua ad una velocità maggiore rispetto a un anno fa. Se tale deformazione non dovesse arrestarsi, continuerà anche l’attività sismica». Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, fa un’analisi dello sciame sismico in corso negli ultimi tempi ai Campi Flegrei.

Continuando la deformazione del suolo, si prevede dunque un innalzamento del livello di allerta?

«Al momento no. Il fenomeno evolve in modo costante ed è strettamente connesso all’attività sismica. Le analisi di gas evidenziano un aumento delle temperature con valori pari a 4.500 tonnellate di anidride carbonica al giorno nell’area di Pisciarelli. Il terremoto di qualche giorno fa di magnitudo 3.6 non fa parte dello sciame, ma la dinamica non cambia. Il fatto che finisca uno sciame e che ci siano nuovi eventi fa parte dello stesso processo. La velocità di deformazione media di 2 centimetri al mese è stabile da 40 giorni e si riflette nell’aumento di sismicità, confrontabile a quella dell’autunno scorso. La sismicità è comunque soltanto uno dei parametri controllati costantemente ai Campi Flegrei. Altrettanto importante è il tipo di deformazione delle rocce e le emissioni di gas».

Intanto, Soccavo e Pianura, Bagnoli e Fuorigrotta oltre a Pozzuoli e Bacoli, sono nell’area rossa per il rischio legato al bradisismo, non quello vulcanico. Che ne pensa?

«Ciò deriva dal fatto che sono quelle più interessate dal fenomeno bradisismo, con un sollevamento dal 2005 di venti centimetri. Altra ragione è legata alla distribuzione dei terremoti di magnitudo maggiore o uguale a 2 che si sono verificati in queste aree anche nel 1983-84. E questo ha indotto il Governo ad includere la nona e decima Municipalità all’interno della zona rossa legata all’attività bradisismica, non quello vulcanico. Naturalmente non tutta l’area periferica delle due Municipalità di Napoli è interessata ma solo quella perimetrata dal decreto legge regionale140 /2023 sulle misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei, piano della comunicazione alla popolazione, rischio vulcanico, percorsi per l’allontanamento assistito e per quello autonomo della popolazione dalla zona rossa».

Lei ha previsto che potrebbero verificarsi nuovi terremoti di magnitudo superiore a 4, non escludendo anche quella 5.

«Non si può escludere quello di magnitudo 5, ma è difficile al momento dire se possa verificarsi. L’unica cosa è monitorare l’accelerazione degli effetti sulle strutture dei fabbricati. In proposito è già in funzione una rete di monitoraggio ed altre stazioni sono in corso d’installazione in modo tale da avere una mappatura più completa».

Cosa fare allora?

«La parola d’ordine è monitorare i fenomeni e dare una corretta informazione. Ci sono studiosi, esperti che lavorano in questa direzione per fornire sicurezza ai cittadini e individuando le principali variazioni nel tempo delle anomalie di velocità e, quindi, dell’evoluzione delle zone di accumulo di materiale magmatico».

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