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25 Maggio 2024 - 08:21
Bagnoli e Fuorigrotta in area rossa per il rischio legato al bradisismo chiedono attenzione e sicurezza alle istituzioni. Dai comitati di Bagnoli arrivano proposte per arginare l’emergenza. Dopo il vertice a Palazzo Chigi con i sindaci di Napoli, Pozzuoli e Bacoli, il Governo mostra disponibilità a stanziare nuove risorse per edilizia pubblica, scuole, carceri ed edilizia privata in base alla pericolosità degli edifici. Il sindacato Federdistat Vvf Cisal chiede interventi straordinari dei vigili del fuoco a sostegno dei cittadini colpiti dal sisma sollecitando il rafforzamento del dispositivo di soccorso nei Campi Flegrei con un potenziamento di organici e di mezzi e l’apertura di un presidio fisso nell’area da Fuorigrotta a Pozzuoli e il ripristino del distaccamento storico Mostra. «A Napoli siamo in una grande emergenza e abbiamo bisogno di manodopera formata come quella intervenuta nei disastri delle alluvioni - tuona il presidente di Arcimare, Giuseppe Esposito -. Occorre trovare più punti per le soste in caso di scosse sismiche, quindi non solo la ex Nato da raggiungere magari a piedi senza creare ingorghi come successo lunedì scorso. Pensiamo a Piazza a Mare, Circolo Ilva, l’ex Campo sportivo a Cavalleggeri, i parcheggi dell’Università a Monte Sant’Angelo. Servono servizi, assistenza sanitaria, cucina da campo, giochi per i bambini. Quando scatta un’emergenza deve funzionare tutto, invece si nota la mancanza di persone formate una volta abolito il servizio di leva. Occorre Esercito, Marina, Aeronautica e non solo volontari di Protezione Civile ma Vigili del Fuoco formati per questo. Sui fabbricati è necessario ci siano punti di raccolta poiché non tutti hanno aderito al bonus 110 e molti sono abusivi». Il comitato Rinascita Flegrea chiede un nucleo speciale di Protezione civile che intervenga nelle scuole, in ospedali e negli edifici in caso di eventi tellurici. Gli abitanti si sentono trascurati. «Lunedì scorso siamo stati in viale della Liberazione ma siamo rimasti in auto, chi non l’aveva stava lì tutta la notte, dove non ci sono bagni pubblici e punti di ristoro. Mentre a Pozzuoli c’erano il sindaco, la Protezione civile, qui a Bagnoli non è venuto nessuno per chiederci cosa stavamo facendo lì, se avevamo bisogno di qualcosa. Siamo rimasti in balìa di noi stessi» dicono alcuni residenti. A Cavalleggeri molti si sono spostati verso aree poco edificate alla chiesa San Ciro su via Campegna e Sacri Cuori in piazza Neghelli. A Fuorigrotta in tanti temono che le scosse danneggino i fabbricati specie in zona stadio. L’attenzione è rivolta anche allo Sferisterio già a rischio caduta. Ciro De Rosa, abitante al quarto piano di uno stabile a Bagnoli, lamenta assenza di un reale piano di evacuazione: «Ci dicono che chi è di Bagnoli dovrà andare in Basilicata ma è assurdo. Non posso aspettare l’arrivo del pullman che carica le persone in caso di fuga; se la tangenziale, asse di collegamento con l’autostrada, si blocca per un incidente mi chiedo come si può pensare ad una via di fuga nel caso di un terremoto. Ci sentiamo trascurati , c’è poca attenzione e poca informazione da parte delle persone, poche vie di fuga». Barbara Orecchio, residente a Bagnoli con due figli e un cane da portare via, è convinta che quando c’è un terremoto bisogna mantenere la calma: «Lo dico ai miei figli, quel lunedì non ci siamo mossi da casa, per le scale non si poteva andare, siamo al 4 piano, l’ascensore neppure, meglio rimanere fermi. Siamo scesi in tarda serata per capire come era la situazione».
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