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25 Maggio 2024 - 08:24
«Finché continua l’innalzamento del suolo, ci sarà attività sismica percepita dalla popolazione in quanto molto superficiale. La magnitudo non si può prevedere. Finora abbiamo osservato terremoti di magnitudo non forte, anche se hanno creato disagi e turbamenti nei cittadini. Continua comunque l’attività di monitoraggio geochimico multiparametrico con un nuova installazione nell’area marina del Golfo di Pozzuoli per lo studio del processo di degassamento idrotermale sottomarino». A parlare è Francesca Bianco, sismologa e vulcanologa, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia, e già direttrice dell’Osservatorio Vesuviano.
A che cosa servirà questa nuova strumentazione?
«Consentirà di monitorare in continuo la temperatura delle emissioni idrotermali nel fondo, la concentrazione di anidride carbonica di origine vulcanica disciolta nell’acqua di mare e la corrente marina: tutti parametri utili per la stima dell’energia associata al processo di degassamento sottomarino e il monitoraggio delle eventuali variazioni. Questa nuova strumentazione, realizzata grazie al contributo del Dipartimento della Protezione Civile e al gruppo subacquei dell’Ingv in coordinamento con il Parco Archeologico dei Campi Flegrei e le altre autorità preposte alla tutela del territorio, rientra tra le numerose attività di implementazione e potenziamento delle reti e di indagini generali su questo settore della caldera, oltre a potenziare la sua attività sommersa che presenta comunque oggettive difficoltà logistiche».
Intanto si continua ad osservare l’intensificarsi del fenomeno bradisismico.
«Nelle ultime settimane si è registrata una sismicità accompagnata da una variazione della velocità di sollevamento, che è il responsabile dell’accanimento dello sciame sismico con un salto nel sollevamento del suolo, in corrispondenza del Rione Terra, di 2,5 centimetri, rispetto al sollevamento medio di un centimetro al mese. Questo incremento significativo è da tenere sotto osservazione. Ma, ad oggi, non abbiamo elementi che suggeriscano una eruzione imminente».
Quale può essere l’evoluzione di questo sollevamento?
«Considerato che trattasi di un fenomeno secolare dell’area e che alla base è che i Campi Flegrei sono un vulcano, gli unici strumenti dei quali disponiamo sono proprio quelli di monitorare tutti i parametri, da quelli fisici a quelli chimici, anche a mare, in grado di misurare le reti disponibili operanti sul territorio. Si tratta di una rete di monitoraggio già estremamente densa e sensibile che verrà ulteriormente intensificata».
L’attività di sollevamento si mantiene comunque costante.
«Ci sono stati episodi di incremento di sollevamento poi rientrati. Da dicembre 2023 e fino agli inizi di aprile 2024, il sollevamento si è mantenuto su 10 millimetri al mese, accompagnato negli ultimi tempi da una sismicità a sciami. Il primo si registrò il 6 dicembre 2019, in corrispondenza del primo terremoto di magnitudo 3.1, all'epoca il più importante dal 2005. In quell'occasione in due giorni avemmo una deformazione di 1 cm, poi rientrata. Un altro sollevamento di 1 cm lo abbiamo registrato poco prima del terremoto del 27 settembre 2023 di magnitudo 4.2, che ha avuto il valore energetico più alto dell'intera sequenza bradisismica. Ma non siamo ai livelli delle deformazioni avvenute con la crisi bradisismica del 1982-'84, quando, in due anni, il suolo si è sollevato di 1,8 metri con un tasso di deformazione più rilevante. Tuttavia, l'ultimo incremento di sollevamento è da tenere sotto osservazione».
Quale può essere l’evoluzione di questo sollevamento?
«Considerato che trattasi di un fenomeno secolare dell’area e che alla base è che i Campi Flegrei sono un vulcano, gli unici strumenti dei quali disponiamo sono quelli di monitorare tutti i parametri, da quelli fisici a quelli chimici, anche a mare, in grado di misurare le reti disponibili operanti sul territorio. Si tratta di una rete di monitoraggio già estremamente densa e sensibile che verrà ulteriormente intensificata».
Fin qui i dati scientifici. Lei che cosa direbbe alle famiglie che risiedono nell’area interessata per rassicurarle?
«Abbiano la consapevolezza di abitare in un’area attiva e di ascoltare una corretta informazione e non quelle valutazioni non veritiere senza base scientifica».
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