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Inseguito e trucidato in auto, il boss Rea verso la stangata

Inseguito e trucidato in auto, il boss Rea verso la stangata

re il monopolio degli affari criminali all’ombra del Vesuvio, rischio stanga per il boss Francesco Rea. Dopo l’arresto ottenuto a fine marzo, la procura antimafia non perde tempo e ottiene la fissazione del giudizio immediato per il ras di Casalnuovo noto come “’o pagliesco”. Rea dovrà rispondere dell’accusa di aver materialmente ucciso il rivale Pasquale Manna, delitto al quale avrebbe concorso anche Luigi Romano, e per loro l’appuntamento in aula è stato fissato per il prossimo 9 luglio innanzi alla seconda sezione della corte di assise di Napoli. Toccherà adesso ai loro difensori, gli avvocati Antonio Liguori ed Emiliano Iasevoli per Rea, e Roberto Saccomanno per Romano, capire quale strategia portare avanti: entrambi gli imputati dovrebbero comunque optare per il dibattimento. Speculazione edilizia e racket. È tra questi due nodi che potrebbe risiedere il movente dell’omicidio di Pasquale Manna, inseguito e trucidato mentre era al volante della propria auto all’inizio del marzo 2023. Un delitto efferato, per il quale pochi mesi fa è stato nuovamente arrestato il boss del Vesuviano Francesco Rea: insieme a lui sono finiti in manette anche altri due uomini che lo avrebbero agevolato nelle fasi successive al raid (Luigi Romano e Giorgio Bilangia, per il quale si è proceduto separatamente). Se sulle responsabilità di Rea sembrano esserci ad oggi pochi dubbi - il ras è stato infatti inquadrato da diverse telecamere della zona di Volla e Casoria - il motivo che ha innescato il delitto presta ancora il fianco a diversi interrogativi. Punti di domanda che potrebbero però essere chiariti da alcuni importanti collaboratori di giustizia, i quali hanno indicato anche la vittima come un personaggio molto addentro alle dinamiche del temibile clan Veneruso-Rea. Sul punto, appare di grande interesse investigativo l’interrogatorio reso il 22 ottobre 2020 da Pasquale Matarazzo, ex narcos della zona in affari anche con la camorra di Ponticelli: «Mario Veneruso è il capoclan e prede le decisioni con Pasquale Manna e Vincenzo Pagano in materia di imprenditoria-speculazione edilizia, estorsioni agli imprenditori e all’epoca droga e armi. Prendono anche decisioni per le esecuzioni di omicidi. Mario prende ancora le direttive dal fratello Gennaro, attualmente detenuto». All’interno dell’organizzazione Manna avrebbe dunque avuto un ruolo tutt’altro che secondario. Una posizione che potrebbe averlo portato a entrare in rotta di collisione con il boss Rea: «Pasqualino Manna - ha aggiunto il pentito Matarazzo - capoclan come sopra precisato... Francesco Rea “pagliesco” è un capoclan che gestisce affari ed è un tutt’uno con Mario Veneruso e cioè se manca la guida su Casalnuovo interviene Veneruso e viceversa. Francesco Rea prende le decisioni da solo e si occupa di imprenditoria-speculazione edilizia, estorsioni agli imprenditori e all’epoca droga e armi su Casalnuovo. Attualmente è detenuto, pertanto tutti gli ordini su Casalnuovo lì dà Mario Veneruso di Volla»

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