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Agguato ad Abete, in cella anche Matteo

Agguato ad Abete, in cella anche Matteo

Per l’accusa guidava lo scooter utilizzato per sparare a un giovane vicino ai Lepre. Il 22enne arrestato frequenta la Sanità ed è imparentato con un ras del rione

NAPOLI. Era Francesco Matteo, napoletano delle Case Nuove con frequentazioni al Rione Sanità e parentela acquisita con un ras locale, il terzo destinatario della misura cautelare eseguita lunedì scorso a carico di Salvatore Maggio junior e Massimiliano Abete. Secondo l’accusa il 22enne che mancava all’appello con la giustizia guidava lo scooter con dietro il figlio del collaboratore di giustizia, autore materiale dell’agguato. Alla base c’era stato lo scontro tra due gruppi di giovani, dal movente imprecisato, che portò il 30 gennaio 2023 alla “gambizzazione” dell’ incensurato del Cavone in contatto secondo gli investigatori con l’ambiente dei Lepre.

Accompagnato dall’avvocato, Francesco Matteo si è consegnato venerdì scorso al carcere di Poggioreale, dove gli è stata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per lesioni personali nei confronti di Massimiliano Abete in concorso con Salvatore Maggio Junior, esecutore materiale dei reati. Per il figlio del collaboratore di giustizia, ex ras del Mercato e aderenze ai Quartieri Spagnoli, lunedì scorso sono scattate le manette. Ma il provvedimento restrittivo ha riguardato anche il ferito, che in un’intercettazione nel corso delle indagini si vantava di possedere un’arma da fuoco. A lui il gip ha concesso gli arresti domiciliari. A risolvere il caso, ancora una volta, sono stati i poliziotti della sezione Omicidi della Squadra mobile della Questura. I quali hanno anche identificato il complice del 20enne Salvatore Maggio Junior, accusato di lesioni personali, porto e detenzione di arma da fuoco aggravati dalle modalità mafiose previste dall’articolo 416bis del codice penale. Per Massimiliano Abete, 22enne, l’ipotesi di reato si è materializzata ascoltando una delle conversazioni intercettate dagli investigatori.

Ragion per cui il gip, su richiesta della procura antimafia, ha emesso la misura cautelare ai domiciliari per i reati di detenzione e porto di arma comune da sparo. Per tutti e tre gli indagati va sottolineata la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva. Il provvedimento restrittivo, eseguito nelle rispettive abitazioni dei due indagati, svegliati di prima mattina, compendia i risultati delle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, e condotte dai poliziotti della Squadra mobile di Napoli con la collaborazione dei colleghi del commissariato Dante. Investigazioni partite subito dopo la sparatoria avvenuta in via Gianbattista Manso alle Case Nuove, la sera del 30 gennaio dell’anno scorso. In quell’occasione, in seguito a una lite scaturita da motivi non chiari ma riconducibili secondo gli investigatori a vicende di strada, Salvatore Maggio junior in sella allo scooter condotto dal complice avrebbe esploso diversi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di Massimiliano Abete procurandogli una frattura completa del piatto laterale della tibia e una frattura del versante anteriore della testa del perone. Appartenendo a due gruppi in contrasto tra loro, la scintilla scoppiò rapidamente fino a quando nelle mani del 20enne comparve una pistola.

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