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Condanne soft per gli Attardo

Condanne soft per gli Attardo

NAPOLI. Lite nel sangue tra gli esponenti del gruppo Attardo, presunta costola del clan Contini nella zona dell’Arenaccia, la linea della procura non sfonda e per i quattro imputati arrivano altrettante condanne al ribasso. Se in sede di requisitoria il pubblico ministero aveva chiesto 12 anni e 6 mesi a testa, dello stesso avviso non è stato il gip del tribunale di Napoli Fabio Lombardo, che ieri mattina ha condannato Michele Attardo, Pasquale Attardo, Salvatore Attardo e Michele Maietta a 2 anni e 8 mesi a testa. Il gip, accogliendo le argomentazioni dei difensori (gli avvocati Leopoldo Perone e Antonio Rizzo per gli Attardo e Michele Caiafa per Maietta) ha infatti derubricato l’accusa di tentato omicidio in quella più lieve di lesioni. Esclusa anche l’aggravante del metodo mafioso del delitto. Già a ottobre il Riesame escluse l’aggravante del metodo mafioso e per Michele Attardo, presunto rampollo del gruppo di mala che fa capo al clan Contini, scatt l’inattesa scarcerazione. Dopo quasi quattro mesi trascorsi dietro le sbarre, il 30enne dell’Arenaccia, difeso dagli avvocati Leopoldo Perone e Antonio Rizzo, aveva ottenuto gli arresti domiciliari in una località in provincia di Campobasso. Il gip del tribunale di Napoli aveva infatti accolto l’istanza di sostituzione della misura cautelare condividendo l’argomentazione difensiva secondo la quale le esigenze cautelari si sarebbero attenuate dopo il recente pronunciamento dei giudici delle Libertà. Il Riesame, anche in quel caso sposando la linea del tandem difensivo Perone-Rizzo, pur confermando la pesante accusa di duplice tentato omicidio, aveva escluso l’aggravante del metodo mafioso. Di tutt’altro avviso era stata invece la Procura. I quattro della famiglia Attardo (Pasquale Attardo, il fratello Michele Attardo, il padre Salvatore Attardo e Michele Maietta) vennero accusati in concorso in duplice tentato omicidio nonché di detenzione e porto di armi comuni da sparo. Gli investigatori avevano ricostruito con precisione quanto accadde la sera del 29 settembre 2022 attraverso le telecamere di piazza Poderico e una serie di intercettazioni. È emerso così che a sferrare le coltellate al torace ai fratelli Pasquale e Vincenzo Attardo (figli di Gaetano) sarebbe stato lo zio Salvatore dopo l’aggressione in gruppo con calci e pugni alle vittime. Dal letto d’ospedale ai Pellegrini uno dei feriti ha dato subito una spinta alle indagini: Pasquale Attardo, parlando con il fratello Vincenzo già dimesso, si fece scappare una frase indicativa: «Hanno fatto pure bene padre e figlio»; aggiungendo poi che era stato il “grande”: «Lui, appena si è avvicinato, mi ha accoltellato al petto». Un’altra conversazione interessante era quella sul litigio precedente: «Quando hanno litigato le femmine, si sono messe due di loro sopra mia mamma». Alla fase iniziale della rissa avevano partecipato “Zia Rosaria” e “zia Cinzia” (viste dalla prospettiva dei feriti) che avevano aggredito con un mattarello la madre dei feriti, Antonietta, e la suocera del 24enne Pasquale.

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