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Meloni taglia il nastro al centro sportivo: «Lo Stato è tornato a Caivano»

Meloni taglia il nastro al centro sportivo: «Lo Stato è tornato a Caivano»

Arriva a Caivano per l’inaugurazione del centro sportivo intitolato a Pino Daniele, saluta le istituzioni che la accolgono e non risparmia una sarcastica stilettata al governatore stringendogli la mano: «Presidente De Luca buongiorno, quella stronza della Meloni. Come sta?». E il numero uno di Palazzo Santa Lucia replica: «Benvenuta. Bene di salute». Riferimento, quella della premier Giorgia Meloni, al fuori onda di De Luca dello scorso 16 febbraio quando, in una conversazione in Transatlantico alla Camera, in occasione della manifestazione dei sindaci contro l’autonomia differenziata e per chiedere i fondi sviluppo e coesione, il presidente della Regione Campania aveva affermato «senza soldi non si lavora. Lavora tu stronza» rivolto alla presidente del Consiglio. Un botta e risposta, quello a Caivano, pubblicato sui social di Atreju. Dal palco, Meloni lascia trasparire una visibile commozione: «Questa è una giornata in cui l’affanno e l’ansia per quello che fai improvvisamente assumono un senso. Anche se questa sfida dCaivano è stata ed è una delle principali scommesse del mio Governo, non ero preparata a questa emozione». La premier tributa il dovuto riconoscimento padre Maurizio Patriciello, «perché senza la sua determinazione tutto questo non sarebbe iniziato. Da qui arriva un messaggio potente, ovvero che lo Stato, le istituzioni possono fare la differenza e mantenere i loro impegni. E qui si sono comportati come dovrebbero fare sempre». Poi ricorda che si è partiti «dall’orrore indicibile della violenza perpetrata dal branco su due bambine innocenti, alle quali è stato strappato tutto. Siamo partiti da quell’orrore e dal fallimento delle istituzioni, che non erano riuscite a proteggere i più fragili, i più piccoli». Di qui il proposito di fare di Caivano «un modello che esporteremo in tante altre Caivano d’Italia. Ricordo che con il decreto coesione abbiamo investito tre miliardi di euro di fondi europei per le periferie di 14 città metropolitane, 39 città medie del Sud, su un programma finalizzato alla rigenerazione urbana. Faremo vincere lo Stato sulla criminalità organizzata, sul degrado, sull'abbandono e la rassegnazione. È quello che gli italiani si aspettano da noi e che faremo"». Tornando sulla cerimonia, Meloni spiega che «si è scelto di dedicare questo centro sportivo a Pino Daniele, uno dei più grandi interpreti della canzone e della cultura italiane. E di questo ringrazio il figlio Alessandro (presente in platea ndr) che ci ha dato il via libera. Qui saranno ospitati, oltre agli impianti per le attività sportive, anche un nuovo teatro da 500 posti e un anfiteatro esterno da mille. La struttura sarà immediatamente operativa». E oggi inizieranno gli Open Day, metre il 10 giugno inizieranno anche i campi estivi per i bambini e i ragazzi del territorio. «Il parco urbano di Caivano, invece, è intitolato alla memoria di Rosario Livatino, magistrato eroe dell’antimafia. L’area sarà a disposizione dei cittadini che potranno fare sport e passare il tempo libero all’aperto» spiega Meloni. E ancora: «L’Italia ha tollerato per troppo tempo l’esistenza di zone franche. Noi abbiamo fatto una scommessa impegnativa, al contrario del passato. Abbiamo riportato Stato e Istituzioni a Caivano e sono molti altri gli interventi in via di realizzazione come il Polo universitario di Caivano da 3.800 metri quadri a cui si aggiungerà in futuro un polo ad Afragola della Federico II in un bene confiscato alla criminalità, villa Moccia, dove nascerà una scuola delle arte e dei mestieri». Infine, una nuova frecciata a De Luca al quale, puntualizza la presidente del Consiglio, «voglio dire senza polemica, visto che ha parlato di questa giornata come di una “passeggiata del governo”, che se tutte le volte che la politica passeggia portasse questi risultati, avremmo sicuramente una politica più rispettata da parte dei nostri cittadini. Quindi continueremo a farlo portando le risposte doverose di una politica seria».

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