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Clan Mazzarella in subbuglio, scarcerato il ras Aldo Sartori

Clan Mazzarella in subbuglio, scarcerato il ras Aldo Sartori

NAPOLI. La stangata non arriva e neppure la condanna e così per Gesualdo Sartori, emergente ras del clan Mazzarella, sponda San Giovanni a Teduccio, le porte del carcere tornano a riaprirsi. Dopo la recentissima assoluzione per l’omicidio del boss Patrizio Reale, il 31enne “Aldo” ieri mattina è stato scagionato da un’altra pesante accusa, l’ultima per la quale era ancora detenuto: il concorso nella tentata estorsione ai danni dell’imprenditore Giovanni Festa, amministratore e socio del ristorante “Amore carnale” di Volla. Il pubblico ministero della Dda aveva chiesto per Sartori una condanna a dieci anni di reclusione, ma a spuntarla sono state le argomentazioni difensive del suo legale, l’avvocato Leopoldo Perone, che è riuscito a dimostrare l’estraneità del proprio assistito rispetto alla vicenda. Seppur inferiori rispetto alle richieste della procura, non sono comunque mancate le condanne: nove in totale. Questo, nel dettaglio, il verdetto pronunciato ieri dal gup del tribunale di Napoli: 5 anni e 4 mesi a testa per Cristian Alberto e Giovanni Prisco: 5 anni a testa per Umberto Dello Iacolo, Giuseppe De Martino, Salvatore De Martino, Germano Iavarone, Mario Noto e Bartolo Zuccoia; 2 anni per Salvatore De Micco; mentre Gianluca Di Paola e Gesualdo Sartori sono stati assolti con formula piena per non aver commesso il fatto. Anche per Di Paola è stata dichiarata cessata l’efficacia della misura cautelare, ma a destare preoccupazione negli ambienti investigativi è soprattutto la scarcerazione di Aldo Sartori, ritenuto dagli inquirenti come uno dei nuovi pezzi da novanta del clan Mazzarella. Limitano i danni anche i fratelli ras De Martino, entrambi difesi dall’avvocato Stefano Sorrentino, per i quali erano stati chiesti 9 anni di carcere. «’O zio, noi a Ponticelli facciamo i fatti, non le chiacchiere. Li stai legSAN GIOVANNIAsse con i De Martino e gli Aprea, nove condanne per il pizzo al ristoratore Clan Mazzarella in subbuglio, scarcerato il ras Aldo Sartori gendo i giornali?». E i “fatti” nel rione Fiat, quartier generale del clan De Martino, conosciuto come la paranza degli “Xx”, significano una cosa sola: abbassare la testa e pagare. I ras di Napoli Est ignoravano però di essere da tempo sotto intercettazione e che tutte le angherie a cui stavano sottoponendo l’imprenditore venivano costantemente registrate e annotate. Ad agosto scorso, grazie a un blitz di carabinieri e polizia, la cupola della cosca era stata decapitata con l’esecuzione di nove arresti. Tutti dovevano a vario titolo rispondere di tentata estorsione e minacce, reati entrambi aggravati dalla finalità mafiosa in quanto gli indagati, con le loro azioni, avrebbero a vario titolo agevolato i clan De Martino, De Micco, Aprea e Mazzarella. Nella primavera dello scorso anno, tra aprile e maggio, nel mirino sarebbe finito così il ristoratore di Volla, al quale gli aguzzini avrebbero provato a imporre una tangente estorsiva da 500 euro, in occasione di Pasqua, e in seguito una da 10mila euro. In un’occasione il padre della vittima sarebbe stato persino prelevato e portato al cospetto dei fratelli De Martino: «Alduccio in questa storia non c’entra nulla - affermavano - ci ha fatto la cortesia di mettere a disposizione la casa. Giovanni deve portare 10.000 euro sennò lo uccidiamo».

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