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Spaccio no stop al rione Traiano, salva in appello lady “Borotalco”

Spaccio no stop al rione Traiano, salva in appello lady “Borotalco”

Pentiti e intercettazioni non convincono: assolta la moglie del ras Cutolo. I narcos della “44” e della “99” alla sbarra: sette condanne, ma pene ridotte

NAPOLI. Le intercettazioni non convincono, i pentiti nemmeno e per la presunta narcos del rione Traiano arriva un’assoluzione a dir poco clamorosa. Giuseppina Ostinato, consorte del boss Salvatore Cutolo “Borotalco”, storico capoclan della “44” di via Marco Aurelio, reduce da una condanna a 14 anni incassata in primo grado, ieri mattina è stata scagionata da ogni accusa. I giudici della quinta sezione della Corte d’appello di Napoli hanno infatti accolto in pieno le argomentazioni difensive dei suoi legali, gli avvocati Andrea Imperato e Antonella Regine, cancellando così la condanna di primo grado. Stessa sorte per vincenzo Pauciullo, difeso dagli avvocati Leopoldo Perone e Regine, anch’egli assolto.

La Corte d’appello ha comunque rivisto al ribasso quasi tutte le condanne di primo grado. Questo, nel dettaglio, il verdetto pronunciato ieri: Antonio Calone, ritenuto tra i capi promotori del clan Cutolo, difeso dall’avvocato Antonio Rizzo, ha rimediato 10 anni di reclusione, quasi sette in meno rispetto al primo grado. Pena ridotta anche per Stefano Scevola, difeso da Simone Mancini, che ha rimediato 8 anni e 10 mesi. Stessa condanna ottenuta anche da Andrea Mennone. Ciro Capocelli e Paolo Perrella sono stati invece condannati a 8 anni e 10 mesi a testa, Ciro Pauciullo a 7 anni e 4 mesi, mentre il ras del clan Sorianiello Giuseppe Mazzaccaro, difeso dall’avvocato Claudio Davino, se l’è cavata con 6 anni a fronte dei precedenti 15 anni.

Assolti, invece, Giuseppina Ostinato e Vincenzo Pauciullo. Una sentenza, quella pronunciata ieri dalla Corte d’appello, che non ha per nulla convinto la procura, che in primo grado era invece riuscita a ottenere condanne severe. Il processo si era svolto con il rito abbreviato e un contributo importante all’inchiesta lo aveva dato il pentito Gennaro Carra, ex reggente del clan “Borotalco” egemone nella zona della cosiddetta “44” nel rione Traiano.

L’inchiesta aveva colpito anche gli alleati Sorianiello e in carcere ricevette una nuova ordinanza di custodia cautelare il ras Giuseppe Mazzaccaro. Sul fronte Cutolo, tra i destinatari del provvedimento restrittivo, ci furono Giuseppina Ostinato (moglie di Salvatore Cutolo detto “Borotalco”) e Antonio Calone, il capoclan di Posillipo storicamente legato all’Alleanza di Secondigliano che oltre a occuparsi della zona d’origine era entrato in affari con i “Borotalco”. L’inchiesta fece il paio con quella che costò le manette a Vincenzo Cutolo (figlio di Salvatore) e diede il primo colpo all’organizzazione specializzata nei traffici di droga. Non a caso il rione Traiano ha quasi raggiunto Scampia per volume d’affari per lo spaccio.

I reati di cui sono accusati gli imputati, a vario titolo, sono associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e vendita di stupefacenti, tentato omicidio e di porto abusivo di armi. Delitti tutti commessi al fine di agevolare gli scopi criminali del gruppo camorristico. Le indagini erano state condotte dai carabinieri della compagnia Bagnoli.

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