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Pizzo sulla casa, pm all’attacco

Pizzo sulla casa, pm all’attacco

NAPOLI. Racket condito con minacce di morte per cacciare l’inquilino non più gradito, processo dietro l’angolo per la paranza di aguzzini del clan Mallardo. Dopo i fermi eseguiti a inizio febbraio, la procura antimafia ha dichiarato concluse le indagini preliminari per Pietro Tortorelli, Emanuele Piscopo, Vincenzo Fabio Poziello, Francesco Sarracino e Ada Livigni. L’atto è stato notificato ieri ai cinque indagati (difesi dagli avvocati Luigi Poziello, Leopoldo Perone, Dario Carmine Procentese, Celestino Gentile, Alessandro Caserta e Ascanio Rocco), che nelle prossime settimane potrebbero quindi ricevere anche il rinvio a giudizi. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, su mandato del proprietario di casa, Nicola Della Ragione, Tortorelli, Poziello, Sarracino e Piscopo si sarebbero presentati nell’abitazione occupata in affitto dalla vittima, intimandogli di consegnare 20mila euro e di lasciare l’appartamento entro 15 giorni. Dalle indagini è infatti emerso che il clan sarebbe stato chiamato a intervenire per risolvere, con metodi intimidatori e violenti, la problematica insorta tra il locatario e il proprietario di un’abitazione. Il locatario aveva preso in affitto un immobile per tre anni all’importo di 14mila euro l’anno da corrispondersi in dodici rate mensili da 1.200 euro. Oltre a questo, ci sarebbe stato un preciso accordo: sarebbe stato lui a eseguire alcuni lavori di manutenzione e ristrutturazione dell’appartamento mentre il proprietario avrebbe scalato le spese dai canoni di locazione. Il primo fu però arrestato e il pagamento dei canoni, di conseguenza, si fermò. Al suo ritorno dopo la detenzione, aveva trovato la casa chiusa con dei catenacci messi proprio dal proprietario che non aveva più ricevuto soldi. Ne sarebbe iniziata una causa, con la discussione già fissata, ma, dopo la denuncia del locatario, a casa di quest’ultimo sarebbero arrivati due soggetti che, paventando l’appartenenza al clan Mallardo, avevano preteso 20mila euro per poter ritornare in casa o, in alternativa, l’abbandono definitivo. Sarebbero poi arrivate anche minacce di morte in caso di mancato pagamento seguite dalla visita di altri soggetti esponenti del clan. La donna risponde invece dell’accusa di armi. Nel dettaglio, le minacce sono iniziate a gennaio 2023, quando si sarebbero presentati da D’Alise come «gli amici di Giugliano» e avrebbero affermato: «O porti 20mila euro a Nicola oppure te ne vai di casa». E ancora: «Questa volta sto venendo io, ma la prossima volta verranno altre persone. O te ne vai o ti facciamo saltare in aria o ti spariamo a te alla tua compagna». Gli “avvicinamenti” sarebbero proseguiti anche nei giorni successivi, quando alla vittima sarebbe stata ordinata la consegna di 100mila euro, cifra poi ridotta a 30mila euro, specificando che «15mila euro era destinati al proprietario dell’abitazione Nicola Della Regione». Poi l’ultimo avvertimento, con tanto di calci, il 5 febbraio 2024: «A mezzanotte te ne vai... stai avvisato... altrimenti dopo facciamo in un altro modo». Subito scattarono le manette.

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