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Campania: la filiera delle costruzioni punta su rigenerazione e sostenibilità

Campania: la filiera delle costruzioni punta su rigenerazione e sostenibilità

NAPOLI. La competitività della filiera delle costruzioni a Napoli e in Campania si gioca vincendo le sfide sulla rigenerazione urbana, transizione ecologica ed innovazione tecnologica. Se nel Mezzogiorno il settore pesa l’11,6 per cento in termini di valore aggiunto ed in termini di occupazione dell’11,3 per cento, in Campania il valore aumenta ancora: 12, 3 per cento e 14 per cento. Secondo Srm, Centro studi legato al Gruppo Intesa Sanpaolo, per ogni 100 euro di spesa nel settore si generano 128, 5 euro di valore aggiunto tra effetto diretto, indiretto e indotto, più della media nazionale pari a 115,6 euro, in Campania tale valore sale a 123,1 euro. Da qui la crescente maturità strategica delle imprese della filiera nella regione e a Napoli.

Per recuperare il gap produttivo dovuto alla decennale crisi del settore, occorre però agganciare i tre grandi asset dello sviluppo: la rigenerazione urbana, la transizione ecologica e l’innovazione tecnologica, come ha sostenuto il presidente dell’Acen, Angelo Lancellotti, nel corso della presentazione presso la nuova sede dei costruttori a Palazzo Ruffo della Scaletta, della ricerca su “La filiera delle costruzioni tra innovazione, sostenibilità e prospettive di crescita”, a cura di Srm. Se però in questo ultimi anni il traino è stato dato dal sistema dei bonus e attualmente dalla spesa del Pnrr, ha affermato Lancellotti, “è anche vero che bisogna guardare oltre”.

Nel futuro delle costruzioni “c’è un processo progressivo e irreversibile di ridefinizione di un settore considerato maturo che si trova a dover riscrivere i propri connotati a diversificare, potendo divenire uno dei principali attori dello sviluppo sostenibile. E per farlo occorre agganciare le sfide della modernità ai grandi asset di sviluppo”. Secondo Massimo Deandreis, direttore generale di Srm, la filiera della costruzioni si trova in una fase di profonda trasformazione e ciò implica per le imprese significativi cambiamenti. “In primis, l’esigenza di assecondare un mercato che guarda sempre di più alla dimensione green e ad un’edilizia sostenibile. “Questo processo richiede però investimenti importanti in innovazione tecnologica e digitale. E poi c’è il fattore dimensionale fatto di piccole imprese che non riescono ad affrontare le sfide  della competitività”.

 Lo studio di Srm, illustrato da Salvio Capasso, responsabile Impresa e Territorio dell’organismo napoletano, rileva inoltre che la filiera delle costruzioni è caratterizzata dal peso ridotto del commercio interregionale, per cui gran parte della ricchezza generata dalla filiera resta in Campania (91,6 per cento rispetto all’83,9 per cento dell’Italia). Cresce tuttavia anche la consapevolezza dell’importanza di adeguarsi alle sfide tecnologiche e di mercato: quasi una su due imprese prevede di effettuare investimenti in digitale nel prossimo triennio.

Infine, Il Pnrr: le imprese campane riescono a cogliere vantaggi anche da questo strumento in termini di portafoglio commesse in quanto si agganciano, spesso in funzione di subappaltatori, ad imprese di maggiori dimensioni che fanno da capofila nei bandi. A seguire il dibattito, moderato dal giornalista Nando Santonastaso, con la partecipazione del direttore regionale di Intesa Sanpaolo, Giuseppe Nargi, e del coordinatore della aree tematiche di Federcostruzioni, Giuseppe Tripaldi.

 

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